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Venezia Giulia Economica - Pagina 61 di 64 - CCIAA della Venezia Giulia

Laboratorio chimico Vg Cciaa: è stata garantita la continuità

24 Aprile 2018 | Di |

Concessione triennale alla New Eco Srl di 5 apparecchiature per poter eseguire nella propria sede legale alcuni servizi analitici e ispettivi svolti dal Laboratorio chimico identificati, in particolare, con le analisi relative al caffè e con le ispezio­ni sanitarie effettuate ai sensi del DPR 470/73.

Dalla procedura selettiva, avviata con determinazione del segretario generale pur in presenza di una sola offerta per­venuta, da parte della New Eco Srl, ha avuto esito positivo in quanto la stessa è stata ritenuta corretta e congrua dan­do così modo di procedere all’aggiudi­cazione definitiva dell’affidamento.

A fronte della gestione dei servizi ana­litici sulla matrice caffè e delle ispezio­ni sanitarie ex DPR 470/73, la società concessionaria corrisponderà alla Ca­mera un canone annuo nella misura di € 30.300,00 + Iva, per una durata pre­vista del rapporto di anni tre.

La Cciaa Vg procederà ora alla stima del valore delle apparecchiature rimaste per poi procedere con bando alla loro alienazione. Valutazione e successivo bando di vendita saranno eseguiti an­che per l’immobile.

In questo modo siamo riusciti a dare continuità e a mantenere un importante servizio alle imprese – commenta An­tonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia – con il marchio di analisi del Laboratorio chi­mico camerale che rimane di proprietà dell’Ente camerale.

Fish-Agro Tech e l’innovazione

24 Aprile 2018 | Di |

Partito il progetto finanziato dall’Interreg Italia-Slovenia

Partenza ufficiale, il 10 aprile scorso, del Progetto “Fish-Agro Tech CBC Pesca agricoltura: partecipazione e innovazione transfrontaliera”, a valere sul Programma Interreg Italia Slovenia e cofinanziato dal Fondo Europeo di Svi­luppo Regionale e di cui Aries – Camera di Commercio Venezia Giulia è capofila.

Con il convegno “Pesca e agricoltura: l’approccio partecipativo all’innova­zione transfrontaliera” sono state in­trodotte le opportunità dell’innovazione, con la partecipazione di importanti realtà dell’open innovation e delle comunità lo­cali, presentando best practice nel set­tore pesca-acquacoltura e agricoltura.

L’obiettivo è creare una riflessione sui fabbisogni e sulle possibilità di innova­zione, soprattutto da parte delle impre­se, per avviare una sinergia con i pro­duttori/portatori dell’innovazione stessa, in vista delle prossime attività di accom­pagnamento delle imprese nella realiz­zazione di attività pilota e di progetti di innovazione condivisi.

Il progetto Fish-Agro Tech CBC, la cui attuazione si protrarrà fino al 31 dicembre 2019, verrà sviluppato da Aries, struttura capofila, congiuntamen­te ai partner italiani Area Science Park e GAL Carso-LAS Kras e ai partner sloveni Parco Tecnologico di Lubiana, Camera per l’Economia della Primorska (Capo­distria), Istituto Nazionale di Biologia. Quale partner associato collaborerà il Gruppo di Azione Locale LAS Istre.

Dopo i vari step previsti Fish-Agro Tech CBC porrà le basi per una concreta con­divisione di proposte e soluzioni di inno­vazione da trasferire alle imprese dei set­tori pesca-acquacoltura e agricoltura, favorendo attorno ad esse la creazione di reti e aggregazioni transfrontaliere fra le stesse imprese e i soggetti operanti nella ricerca e nell’innovazione.

Finanziamento – Durata

  • Il Progetto, per complessivi 1,016 mi­lioni di euro di investimento, si avvale del contributo del Fondo Europeo di Svilup­po Regionale – Programma Interreg V-A Italia Slovenia.
  • Il progetto è stato avviato il 1° luglio 2017. Le attività si svolgeranno fino al 31 dicembre 2019.

 

Porto di Monfalcone: traffici in crescita. Le attività camerali e il futuro dello scalo.

24 Aprile 2018 | Di |

Un valido alleato per il Porto di Trieste

di Gianluca Madriz*

Dopo il tracollo dell’economia mondiale verificatosi nel 2008, e la conseguente con­trazione dei traffici registrata dallo scalo di Monfalcone nel triennio 2008 – 2010, pari a circa il 30% del tonnellaggio movimentato nell’anno 2007, il porto di Monfalcone ha registrato una continua crescita sino a rag­giungere il proprio record storico nell’anno 2016 con 4.635.875 di tonnellate movimen­tate, risultato consolidatosi nel 2017 con 4.633.411 tonnellate.

Tali dati, indicano un trend di sviluppo po­sitivo sostenuto dalla ripresa dell’economia dei mercati di riferimento, regionale e na­zionale in primis.

Volendo analizzare i dati statistici degli ultimi 10 anni, possiamo apprezzare una certa stabilità nella tipologia merceologica trattata, che conferma la specialità dello scalo nel trattare principalmente rinfuse solide, con una percentuale di circa il 25% a favore del “general cargo” costituito, per la maggior parte dalla cellulosa, merceologia per la quale Monfalcone rientra tra i mag­giori player a livello mediterraneo.

Volendo analizzare più nel dettaglio l’an­damento delle singole merceologie, si ap­prezzano le buone performance dei traffici siderurgici, una leggera flessione nella mo­vimentazione della cellulosa, la stabilità nell’approvvigionamento dei combustibili minerali solidi, la pressoché scomparsa del legname e l’ottima performance del traffico di rotabili (autovetture).

Investimenti ASPM

La Camera di Commercio Venezia Giulia, per il tramite dell’Azienda Speciale per il Porto di Monfalcone ha attivamente soste­nuto lo sviluppo dello scalo completando, nel periodo in questione, l’infrastrutturazione delle aree di proprietà (ZIM1, ZIM2 e ZIM3) per oltre 31.000 mq, la cui gestione è stata proficuamente affidata alle imprese portuali.

Nel periodo considerato l’Azienda ha ultima­to anche i lavori per il riconsolidamento degli approdi 1, 2 e 3 dello scalo e la realizzazione dei retrostanti piazzali, opera che da un lato ha permesso di minimizzare il congestiona­mento della banchina di Portorosega acco­gliendo ben 384 imbarcazioni negli ultimi 3 anni e dall’altro ha garantito circa 30.000 mq di nuove aree portuali, oggi principalmente utilizzate dal traffico Ro-Ro.

Attualmente l’Azienda è impegnata nell’ese­cuzione dei lavori di manutenzione dei fon­dali del porto di Monfalcone, opera che senza non poche difficoltà, garantirà il ripristino del pescaggio della banchina di Portorosega, a vantaggio di una maggiore e più ampia fruibilità degli approdi alle navi di pescag­gio massimo consentito.

Il futuro dello scalo

Il traffico di Monfalcone, se unito a quel­lo dello scalo giuliano, va a rafforzare la leadership vantata a livello nazionale dal Porto di Trieste per rinfuse e merci varie, confermando l’importanza – anche nume­rica – del sistema portuale del mare Adria­tico orientale, con un totale di 66.588.816 ton. di merci movimentate nell’anno 2017. Tale scenario, coerente col processo di svi­luppo della portualità regionale, in accordo con le recenti revisioni normative, concre­tizza le previsioni indicate dall’atto costi­tutivo dell’Azienda Speciale per il Porto di Monfalcone il quale prevedeva, nel lontano 1975, il raggiungimento di un Ente unita­rio di gestione dei porti regionali. Da allora abbiamo sostenuto tale processo con par­ticolare lungimiranza anche in tempi più recenti allorché, nel luglio del 2015, si è deciso di cooptare nel Consiglio di Ammini­strazione dell’Azienda l’allora commissario dell’Authority triestina Zeno D’Agostino, ora Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale, per favorire la cooperazione tra gli scali e l’af­fermarsi dell’idea di un’Authority unica re­gionale.

Un’Autorità di Sistema che faccia perno sullo scalo di Trieste e veda nel porto di Monfalcone un valido alleato garantireb­be, infatti, una regia qualificata per coor­dinare e accelerare lo sviluppo degli scali e dei traffici, valorizzando le peculiarità dei singoli nell’ottica sinergica di un Sistema portuale di elevato spessore e valenza nel panorama logistico internazionale.

*Presidente dell’Azienda Speciale

per il Porto di Monfalcone

 

La Giunta comunale inserisce il Parco del Mare nella variante al Piano Regolatore

24 Aprile 2018 | Di |

IL PROGETTO FARÀ FARE A TRIESTE IL DEFINITIVO SALTO PER ATTRARRE TURISTI E INCREMENTARE LAVORO ED ECONOMIA, RIQUALIFICANDO UN’AREA ABBANDONATA A RIDOSSO DELLE RIVE E DEL CENTRO CITTÀ.

di Antonio Paoletti

Presidente della Cciaa Vg

È una storia lunga, tipicamente italiana, ma che fi­nalmente vede la luce. È ormai dal 2004 che il Parco del Mare è per la Camera di Commercio il grande attrattore per la definitiva svolta in chiave turistica di Trieste e della Venezia Giulia.

Da Grado al Collio, da Gorizia a Trieste passando per il Carso: tutto questo territorio godrà di ricadute dirette in termini di visitatori, lavoro e investimenti. Ricadute di cui beneficerà anche tutto il Friuli Ve­nezia Giulia, in virtù del forte potere attrattivo del Parco e del grande acquario previsto al suo interno.

In questi giorni la svolta definitiva: il Comune di Trieste con cui dall’avvio del terzo mandato del sin­daco Roberto Dipiazza, stiamo dialogando e collabo­rando fattivamente, ha con la sua Giunta licenziato la variante al Piano Regolatore Generale Comunale (Prgc), che prevede nell’area di Porto Lido la realiz­zazione del Parco del Mare di Trieste. Un indirizzo chiaro per un obiettivo lungamente rincorso e che grazie a questa amministrazione comunale e alla collaborazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, inizia ufficialmente il pro­prio percorso per trovare la sua concreta e definitiva realizzazione.

Una accelerazione decisiva al progetto, inversa ri­spetto a quanto fatto dall’ex sindaco, Roberto Coso­lini durante il suo mandato, che dopo aver firmato da primo cittadino la lettera a favore della realizza­zione del Parco, si prodiga ancor oggi a contrastarne pubblicamente la realizzazione.

Lettera, quella dell’allora sindaco Cosolini, che dava l’assenso al Parco del Mare a Porto Lido e che as­sieme a quella inviata dalla ex presidente della Re­gione Fvg, Debora Serracchiani, rispondevano a una delle condizioni poste dalla Fondazione CrTrieste per il finanziamento dell’opera.

Un’altra richiesta della Fondazione CrTrieste a cui l’Ente camerale in questi mesi ha dato risposta, con­templa la rimodulazione delle dimensioni dell’ac­quario proposto dal concept dell’archistar, Peter Chermayeff, in linea con quelle inserire nello studio di fattibilità finanziaria commissionato dalla Fon­dazione stessa alla ACBGroup Sviluppo Spa e delle altezze previste per le costruzioni sulle linee di costa regionali: 11 mila metri quadrati e un volume di 5,5 milioni di litri.

Eppoi, quale ultimo tassello invocato da soggetti pubblici e privati, è arrivata la manifestazione di interesse di un solido investitore privato, ovvero la Icop Spa di Basiliano (Ud) – la società che sta realiz­zando la piattaforma logistica del Porto di Trieste – che a fine gennaio ha manifestato ufficialmente alle Istituzioni l’interesse a investire in un project finan­cing per la costruzione e gestione del Parco del Mare.

A questo punto si deve correre mantenendo fede agli impegni presi, per recuperare il tempo perduto e dare risposte alle imprese e alla richiesta di lavoro in questo territorio.

 

Parco del Mare: una breve cronistoria

L’idea di creare a Trieste il Parco del Mare nasce su impulso della Camera di Commercio di Trieste alla fine del 2004 quale proposta alternativa alla mancata as­segnazione dell’Expo tematico del 2008 per realizzare un progetto che consentisse di assicurare un indotto economico ingente e continuativo a Trieste e alla Re­gione Friuli Venezia Giulia.

Già nelle fasi preliminari di progettazione, la Camera di Commercio ha coinvolto Istituzioni, Enti, l’Università e gli organismi di ricerca nel settore bio-marino e del comparto museale, che hanno contribuito alla realiz­zazione di uno studio di prefattibilità che è stato la base per la stesura del business plan dell’acquario, redatto da Costa Edutainment, e per il business plan della parte turistico ricet­tiva, entrambi predisposti nel 2007.

Nel 2009 il Consiglio comunale approva l’atto di indirizzo per la pianificazione strategica dell’ente inserendo l’ipotesi di rea­lizzazione del Parco del Mare.

La Regione Fvg, dopo aver valutato nel corso degli anni 2007-2008 l’ipotesi di una sottoscrizione di un Accordo di programma per la realizzazione del progetto, concede nel gennaio del 2014 un finanziamento straordinario pluriennale per la durata di 20 anni per la progettazione e la realizzazione del Parco del Mare.

Nel corso degli anni, gli originari studi di fattibilità del 2007 ven­gono progressivamente aggiornati (negli anni 2010 e 2013).

A marzo 2015 l’arch. Peter Chermayeff, realizza l’idea pro­gettuale di massima, finanziata dalla Fondazione CrTrieste, completa di business plan della ACB Group Spa.

Successivamente, nei primi mesi del 2016, vengono indiriz­zate all’Ente camerale le lettere ufficiali di appoggio al pro­getto da parte del Comune di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia che finanzia con ulteriori 2 milioni l’opera.

 

 

Aries a YARE con le imprese per la promozione di Trieste nel settore dei Superyacht

20 Aprile 2018 | Di |

 

 

 

Aries Camera di Commercio Venezia Giulia presente in questi giorni con le imprese a Viareggio (Lucca) allo YARE – Yachting aftersales e refit experience,  giunto  alla sua 8.a edizione, diventato uno dei principali appuntamenti per il settore del Superyacht, dove con una formula molto snella è possibile incontrare molti capitani di megayacht attraverso una agenda personalizzata di incontri, oltre che partecipare a  momenti di networking e di apporfondimento sullo stato dell’arte del settore megayacht nel mondo e workshop tecnici su gestione della barca e della commessa refit . Il “corner Trieste” allestito da Aries con il contributo dei fondi Pisus-Piano di Sviluppo Urbano Sostenibile Intervento B8 – Azioni a sostegno del marketing turistico e calendarizzazione eventi, è stato di supporto  al la rete di imprese TRS – Trieste refitting System, Cartubi e Fincantieri.

Parco del Mare di Trieste: la delibera odierna della Giunta comunale dopo 14 anni di attesa crea le condizioni per realizzare il progetto a Porto Lido

19 Aprile 2018 | Di |

E’ una storia lunga, tipicamente italiana, ma che finalmente vede la luce. E’ ormai dal 2004 che il Parco del Mare è per la Camera di Commercio il grande attrattore per la definitiva svolta in chiave turistica di Trieste e della Venezia Giulia. 

Da Grado al Collio, da Gorizia a Trieste passando per il Carso: tutto questo territorio godrà di ricadute dirette in termini di visitatori, lavoro e investimenti. Ricadute di cui beneficerà anche tutto il Friuli Venezia Giulia, in virtù del forte potere attrattivo del Parco e del grande acquario previsto al suo interno. “Oggi la svolta definitiva: il Comune di Trieste con cui dall’avvio del terzo mandato del sindaco Roberto Dipiazza, stiamo dialogando e collaborando fattivamente – commenta il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti  -, ha con la sua Giunta licenziato la variante al Piano Regolatore Generale Comunale (Prgc), che prevede nell’area di Porto Lido la realizzazione del Parco del Mare di Trieste. Un indirizzo chiaro per un obiettivo lungamente rincorso e che grazie a questa amministrazione comunale e alla collaborazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, inizia ufficialmente il proprio percorso amministrativo per trovare la sua concreta e definitiva realizzazione”.

Gruppo di azione costiera Flag-Gac Fvg: al Villaggio del Pescatore lo Sportello per gli operatori

13 Aprile 2018 | Di |

 

 

Proseguono le attività del Gruppo di azione costiera Flag-Gac Fvg, con Aries Camera di Commercio Venezia Giulia capofila di un partenariato con i Comuni dell’area costiera del Friuli Venezia Giulia (Duino-Aurisina, Grado e Marano Lagunare), associazioni  di categoria del comparto pesca, realtà della tutela ambientale e del turismo.

Nell’ambito di tali azioni si colloca  l’inaugurazione di questa mattina al Villaggio del Pescatore (Comune di Duino-Aurisina) dello Sportello territoriale del Comune di Duino-Aurisina, che permetterà agli operatori della pesca e di attività ad essa connesse, di confrontarsi sul posto dove operano con il Flag-Gac Fvg, in tema di proposte progettuali e  finanziamenti previsti dal piano d’azione del Flag stesso ma anche da altre linee del Fondo Europeo attività marittime e pesca (Feamp). E’ il terzo sportello aperto, dopo Grado e Marano Lagunare, così,  comprendendo la sede di Aries a Trieste, tutto l’arco costiero regionale è servito. Alla cerimonia hanno preso parte il presidente del Flag-Gac Fvg, Antonio Paoletti, il sindaco di Duino-Aurisina, Daniela Pallotta, l’assessore all’Ambiente, Andrea Humar, il coordinatore del piano d’azione Flag-Gac Fvg, Giovanni Dean (nella foto al taglio del nastro nell’ufficio) e i rappresentanti del settore della pesca.

A fine marzo Trieste e il Friuli Venezia Giulia sono stati al centro del dibattito nazionale dei Flag-Gac (Gruppi di Azione Costiera) della Penisola, ospitando il secondo seminario nazionale organizzato dall’Autorità di gestione del programma operativo Feamp (Fondo per la politica marittima dell’Unione Europea) del Ministero delle Politiche  agricole alimentari e forestali (Mipaaf).

<I Flag italiani – ha ricordato il presidente del Flag-Gac Fvg, Antonio Paoletti – e i rappresentanti dell’Autorità di gestione del Mipaaf  hanno toccato con mano nella visita di studio la bontà delle attività realizzate con la precedente programmazione europea. E proprio al Villaggio del Pescatore ai rappresentanti italiani dei Flag sono stati illustrati gli interventi realizzati in oltre 15 anni di gestione di progetti europei su pesca e mitilicoltura dalla Camera di Commercio e fatto vedere il primo ittiturismo aperto in Italia dalla famiglia Minca nel 2002. Sono stati, infatti, valutati positivamente nel corso della visite – ha concluso Antonio Paoletti  – gli interventi realizzati nell’ambito della priorità 4 sullo Sviluppo Locale  negli scorsi anni, attività considerate virtuose. In particolare per quanto riguarda il Comune di Duino-Aurisina con la programmazione 2007-2013, poi conclusa come attività nel 2015, è stato realizzato un intervento per la delimitazione a mare del Parco delle Falesie e la posa di aggregatori ittici sotto gli impianti di mitilicoltuta. Impianti di mitilicoltura le cui produzioni che con la nuova programmazione 2014-2020 saranno ulteriormente valorizzate attraverso un importante intervento volto a garantire maggiore salubrità delle produzioni di moluschi bivalvi di tutta la costa regionale>.

Che la pesca sia un tassello importate per Duino-Aurisina lo ha confermato il sindaco Daniela Pallotta che ha voluto evidenziare <quanto questi interventi siano fondamentali per mantenere questa attività economica e questa tradizione in particolare al Villaggio del Pescatore, favorendo il passaggio generazionale e garantendo uno sviluppo del fare impresa nel settore>.

<Passaggio generazionale – ha rilevato l’assessore comnale all’Ambiente, Andrea Humar – che ormai nel settore agricolo è spesso garantito con l’apertura di nuove attività da parte dei giovani, mentre invece per quanto riquarda la pesca spesso tutto ciò non avviene. La pesca e l’acquacultura fanno parte della nostra tradizione e attraverso le azioni del Flag-Gac anche noi come Comune faremo la nostra parte per garantirle e inventivarle>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10 Aprile 2018 | Di |

Partenza ufficiale, questa mattina, nella sala Maggiore della Camera di Commercio Venezia Giulia del Progetto “Fish-Agro Tech CBC Pesca-agricoltura: partecipazione e innovazione transfrontaliera”, a valere sul Programma Interreg Italia Slovenia e cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e di cui Aries – Camera di Commercio Venezia Giulia è capofila.

Con il convegno “Pesca e agricoltura: l’approccio partecipativo all’innovazione transfrontaliera” sono state introdotte le  opportunità dell’innovazione, con la partecipazione di importanti realtà dell’open innovation e delle comunità locali, presentando best practice nel settore pesca-acquacoltura e agricoltura.

L’obiettivo è creare una riflessione sui fabbisogni e sulle possibilità di innovazione, sopratutto da parte delle imprese, per creare una sinergia con i produttori/portatori dell’innovazione stessa, in vista delle prossime attività di accompagnamento delle imprese nella realizzazione di attività pilota e di progetti di innovazione condivisi.

Il progetto Fish-Agro Tech CBC, la cui attuazione si protrarrà fino al 31 dicembre 2019, verrà sviluppato da Aries, struttura capofila, congiuntamente ai partner italiani Area Science Park e GAL Carso-LAS Kras e ai partner sloveni Parco Tecnologico di Lubiana, Camera per l’Economia della Primorska (Capodistria), Istituto Nazionale di Biologia. Quale partner associato collaborerà il Gruppo di Azione Locale LAS Istre.

<Con questo incontro – ha detto Patrizia Andolfatto, direttore di Aries –  abbiamo messo in atto il primo obiettivo del progetto, ovvero quello di coinvolgere imprese, associazioni, istituzioni scientifiche e della ricerca e le comunità locali legate alla pesca-acquacoltura e agricoltura. Utilizzando un approccio di tipo Clld (sviluppo locale guidato dalle comunità), il fine è sensibilizzare a livello transfrontaliero le realtà dei due settori di intervento, accompagnandole nell’individuazione e nell’applicazione delle soluzioni innovative offerte dalla ricerca scientifica e tecnologica. Le imprese verranno affiancate dai partner e da esperti, che le accompagneranno sia nell’identificare i fabbisogni di innovazione emergenti, sia nello sviluppo dei singoli percorsi innovativi che saranno intrapresi>.

Robert Rakar, direttore della Camera per l’Economia della Primorska, da parte sua ha sottolineato <quanto sia fondamentale in una “regione” allargata come quella che vede coinvolti i nostri territori, collaborare per migliorare le produzioni agricole e ittiche in un ambito, quello del cibo, che sarà sempre più strategico e che solo facendo sistema ci permetterà di approcciare mercati più grandi. Parlare e trasferire le esperienze e i sistemi a disposizione è fondamentale per avviare assieme percorsi di innovazione

Dopo i vari step previsti il progetto porrà le basi per una concreta condivisione di proposte e soluzioni di innovazione da trasferire alle imprese dei settori pesca-acquacoltura e agricoltura, favorendo attorno ad esse la creazione di reti e aggregazioni transfrontaliere fra le stesse imprese e i soggetti operanti nella ricerca e nell’innovazione.

Finanziamento – Durata

  • Il Progetto, per complessivi 1,016 milioni di euro di investimento, si avvale  del contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Programma Interreg V-A Italia Slovenia.
  • Il progetto è stato avviato il 1.o luglio 2017. Le attività si svolgeranno fino al 31 dicembre 2019.

Principali obiettivi e attività del Progetto

  • Sensibilizzazione a livello transfrontaliero di imprese, associazioni, istituzioni scientifiche e della ricerca e le comunità locali legate alla pesca-acquacoltura e agricoltura, utilizzando un approccio di tipo Clld (sviluppo locale guidato dalle comunità) mediante incontri pubblici e seminari settoriali.
  • Accompagnamento delle imprese nell’individuazione e nell’applicazione delle soluzioni innovative offerte dalla ricerca scientifica e tecnologica, con attività di R2B, B2B ed auditing tecnologico.
  • Supporto alle imprese ad opera di partner ed esperti per sviluppare, sulla base dei fabbisogni di innovazione emergenti, percorsi innovativi personalizzati con attività di affiancamento ed azioni pilota.
  • Condivisione di proposte e soluzioni di innovazione da trasferire alle imprese dei settori pesca-acquacoltura e agricoltura, con la  redazione di un piano transfrontaliero dell’innovazione quale base per favorire la creazione di aggregazioni e reti transfrontaliere fra le imprese e i soggetti operanti nella ricerca e nell’innovazione.

Partner italiani

  • Aries – Azienda Speciale della Camera di Commercio Venezia Giulia (lead partner)
  • Area Science Park
  • Gruppo di Azione Locale GAL Carso – LAS Kras

Partner sloveni

  • Parco Tecnologico di Lubiana
  • Camera per l’’Economia della Primorska (Capodistria)
  • Istituto Nazionale di Biologia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fallimenti in calo. Colpite le società

13 Marzo 2018 | Di |

LE IMPRESE INDIVIDUALI RISULTANO ESSERE LE MENO COINVOLTE

A cura dell’Ufficio Statistica

Nel quadriennio 2014-2017 le imprese interessate dall’apertura di una procedura di fallimento (e con esclusione di altre tipologie di procedure concorsuali) nella Venezia Giulia sono state 243, in particolare 111 in provincia di Gorizia e 132 in provincia di Trieste (grafico a fianco). La disamina per i diversi anni evidenzia un andamento piuttosto omogeneo, una trentina di fallimenti annui con l’eccezione dei 46 registrati nel 2015 per Trieste, con un calo piuttosto marcato nel 2017.

I settori di attività maggiormente interessati da procedure di fallimento, in termini assoluti, risultano naturalmente quelli più rappresentativi nel tessuto imprenditoriale: le Costruzioni e il Commercio, che nel complesso contano per circa il 50% dei fallimenti, e le Attività manifatturiere (17%). Escludendo un piccolo numero di non classificate le restanti imprese rientrano tutte tra le attività di servizi: i settori più segnati dai fallimenti nel periodo considerato sono le Attività immobiliari e le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione.

Le procedure hanno interessato nella grande maggioranza dei casi imprese in forma societaria e solo marginalmente le imprese individuali. Secondo i dati dei Tribunali di Trieste e di Gorizia le procedure di fallimento, aperte anche prima del 2014, pendenti alla fine del 2017 erano rispettivamente 150 e 135.

Roberto Zavan

Gli effetti positivi che possono derivare per le Pmi dal futuro “Codice della crisi e dell’insolvenza”

13 Marzo 2018 | Di |

Ruolo centrale svolto dalle Camere di Commercio con l’Organismo di Composizione delle Crisi

di Giovanni Sansone
Presidente del Tribunale di Gorizia

Legge delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi e dell’insolvenza (L. 19 ottobre 2017 n.155) parte dal presupposto che il tempestivo e rapido avvio del processo di risanamento dell’impresa in crisi può produrre effetti positivi non solo per i soggetti che vi sono coinvolti (creditori, dipendenti) ma anche per il sistema economico in generale. La tempestiva assunzione di idonee iniziative per superare la crisi può favorire, infatti, la continuità aziendale dell’impresa salvaguardando così i complessi produttivi e i posti di lavoro. In questo modo contribuisce ad evitare che venga dispersa ricchezza e s’impoverisca il sistema economico.

Allo scopo di incentivare l’emersione tempestiva della crisi ed agevolare lo svolgimento di trattative tra debitori e creditori è prevista l’introduzione – ed è questa la novità più rilevante – delle “procedure di allerta e di composizione assistita della crisi”. L’idea di fondo è quella di aiutare o, se necessario, forzare l’imprenditore a far emergere la crisi, ad intraprendere un processo “protetto” di risanamento responsabilizzando al contempo gli organi di controllo societario, del revisore contabile e delle società di revisione, nonché i creditori pubblici qualificati. Ruolo centrale è attribuito all’Organismo di Composizione della Crisi (Occ) istituito presso ciascuna Camera di Commercio con il compito principale di addivenire ad una soluzione della crisi concordata tra il debitore e i creditori entro un congruo termine. L’Organismo di composizione della crisi dovrà nominare per ogni procedura un collegio composto da almeno tre esperti, di cui uno designato dal presidente della sessione specializzata in materia di impresa, uno dalla Camera di Commercio e uno da associazioni di categoria.

Gli effetti positivi che l’Organismo di Composizione della Crisi può produrre sono facilmente intuibili: tempi rapidi, procedure snelle e informali, costi diretti e indiretti sensibilmente inferiori a quelli normalmente generati dalle procedure giudiziarie, confidenzialità della procedura. Non si può trascurare di considerare, tuttavia, che la realizzazione di questi effetti esige una scelta sapiente e appropriata degli esperti che andranno a comporre il Collegio chiamato ad occuparsi della composizione della crisi. Solo la presenza di professionisti dotati di elevata competenza e di riconosciuta credibilità potrà favorire il buon esito della procedura di composizione assistita della crisi. Cruciale sarà anche l’atteggiamento delle banche, la loro disponibilità a cooperare attivamente alla soluzione della crisi, ad assumere decisioni in tempi rapidi in linea con il termine di 6 mesi entro cui addivenire alla soluzione della crisi. A questo scopo sarà utile l’elaborazione di protocolli per regolamentare, anche sotto il profilo organizzativo, i “tavoli negoziali”.

Insomma un cambio di passo, un cambio di mentalità che la Camera di Commercio potrà contribuire a realizzare.