Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Venezia Giulia Economica - Pagina 58 di 64 - CCIAA della Venezia Giulia

Studi di fattibilità, analisi economiche finanziarie attestano a più riprese la bontà dell’investimento

28 Maggio 2018 | Di |

Di studi di fattibilità economico-finanziaria, il progetto del Parco del Mare ne ha superati più d’uno. Non studi fine a sé stessi bensì alla base delle ipotesi di realizzazione del progetto in location diverse, ma che convergono su un unico comune denominatore: la struttura sta in piedi, produce reddito, garantisce accantonamenti per dare soddisfazione agli investitori e consentire investimenti per modernizzare e implementare il percorso di visita. Una necessità, quest’ultima, di fondamentale importanza in un settore in cui al contrario di quanto avviene nei musei, le toccate all’Acquario avvengono più volte nell’ambito di qualche anno, cercando di rivivere l’emozione ed esplorare nuove offerte all’interno del percorso di visita e dei suoi costanti ampliamenti.

Il Parco del Mare si posizionerà fra i maggiori acquari europei (Genova, Lisbona, Anversa e Barcellona) in modo da divenire un vero generatore primario della domanda. Il primo business plan dell’Acquario è stato realizzato nel 2007 da Costa Edutainment, gestore dell’Acquario di Genova, che ha evidenziato nello studio come la struttura abbia la potenzialità di diventare punto di riferimento e attrattore turistico per tutto il Nord Est italiano e per i Paesi dell’Europa dell’Est più in generale.

L’approccio al progetto dell’Acquario di Trieste è di cercare alta qualità e bassi costi di intervento iniziale attraverso la semplicità della proposta architettonica e strutturale dell’edificio, al fine di destinare la maggior parte delle risorse alla creazione di ambienti di altissima qualità a beneficio della esperienza del visitatore.

VISITATORI ATTESI

Secondo i calcoli effettuati nello “Studio di Fattibilità per l’Acquario di Trieste”, realizzato da Costa Edutainment nell’anno 2007, e confermato dagli aggiornamenti degli anni 2011 e 2013 negli studi a cura di Progetto Turismo Srl, i visitatori attesi per il Parco del Mare sono stabilmente:

900.000 – 1 milione all’anno 65% dal Nord Italia e dalle nazioni vicine (Austria, Croazia e Slovenia) 25% dall’Europa centro-orientale 10% dall’Italia.

I numeri sono generati dall’analisi relativa ai bacini geografico e culturale del nostro territorio e ai flussi turistici potenziali che interessano costantemente il Friuli Venezia Giulia.

Oltre 8.000.000 di turisti che frequentano le località costiere slovene e istro-dalmate con un incremento annuo del 6%.

AGGIORNAMENTO PREVISIONE VISITATORI – ANNO 2011

Il business plan realizzato nel dicembre dal 2011 da Progetto Turismo Srl ha confermato i dati del precedente studio, analizzando nel dettaglio i flussi di visitatori previsti:

 

 

Come nei precedenti studi, si stima una popolazione “utile” pari all’85% della popolazione esistente (tabelle 1 e 2), tenendo presente che i visitatori degli acquari comprende un target da circa 6/8 anni a 60/65 anni.

PREVISIONE DEI FLUSSI DI VISITATORI NEL 2013

L’aggiornamento effettuato nel 2013 (tabella 3), rispetto all’analisi dei diversi mercati di riferimento del 2011, non ha registrato variazioni di una certa consistenza; è rimasta quindi valida l’ipotesi di circa 900.000 visitatori per il primo anno che poi scenderanno di anno in anno fino ad un numero ancora non definibile ma stabile.

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA 2015

Il business plan che proviene dello Studio realizzato dall’arch. Peter Chermayeff nel 2015 si riferisce ad un arco temporale di un decennio. Ferma restando la stima di 1.000.000 di visitatori, si è reputato comunque opportuno “stressare” le proiezioni e verificarle nell’ipotesi che la “soglia” dei visitatori scenda, in un primo caso a 800 mila e, in un secondo caso, addirittura, a 540 mila, garantendo comunque la reddittività della struttura.

 

 

Sempre al concept progettuale del 2015 dell’architetto Peter Chermayeff è stato associato un piano finanziario, sviluppato da una società specializzata. Nel 2015 la Fondazione CRTrieste si è infatti affidata ad ACB Group Sviluppo Spa per le analisi economico patrimoniali finanziarie dello studio progettuale: ACB Group tenendo in considerazione i bilanci dei più importanti acquari mondiali, ha elaborato tre scenari: lo scenario A basato sul concept Chermayeff e i costi dallo stesso indicati; lo scenario B basato sullo stesso progetto ma ricalibrato secondo i costi dell’Acquario di Lisbona; lo scenario C, realizzato sempre con i costi dell’Acquario di Lisbona, ma una vasca da 5,5 milioni di litri d’acqua, e che risulta garantire maggiore redditività e sostenibilità. E’ questa ultima dimensione acquariale che incontra il parere favorevole della Fondazione CRTrieste e delle altre Istituzioni coinvolte. Ferma restando la superficie lorda complessiva del Parco del Mare di circa 11mila mq, la vasca centrale nello scenario C passa dai 9,5 milioni presi in esame negli scenari A e B, ai 5,5 milioni di litri d’acqua (comunque grandi dimensioni se si pensa che a Lisbona la vasca principale ha 3,8 milioni di litri), mentre l’analisi finanziaria prende in esame un flusso annuo di 700 mila visitatori (già senza questo attrattore nel 2015 il solo comune di Trieste registrava 780.242 presenze, Fonte Turismo Fvg).

Andrea Bulgarelli

La Cronologia di un percorso iniziato nel dicembre del 2004

28 Maggio 2018 | Di |

di Roberta Damiani

Il progetto del Parco del Mare nasce su iniziativa della Camera di Commercio nel 2004, dopo che era sfumata la possibilità di ospitare l’Expo tematico del 2008, con il fine di dotare Trieste di un attrattore promozionale in grado di consolidare la vocazione turistica della città e creare un volano per le attività economiche connesse sia nel territorio provinciale che in quello regionale.

Per sviluppare l’idea iniziale viene creato all’interno della Camera di Commercio un gruppo di lavoro formato da esperti, docenti universitari e ricercatori per realizzare uno studio di prefattibilità dell’opera, completato nel 2005, che costituirà il nucleo di partenza per la redazione nel 2007 del business plan dell’Acquario a cura di Costa Edutainment e per il business plan della parte turistico ricettiva, completato nello stesso anno. Il sito proposto in questa prima fase è il terrapieno di Barcola.

  Terrapieno di Barcola, primo sito pensato per il Parco

Facciata dell’Acquario di Genova

Sempre nel 2005, viene creato presso la Camera di Commercio un Comitato Scientifico, che riunisce rappresentanti delle Istituzioni, degli enti pubblici locali, dell’Università di Trieste, degli organismi di ricerca nel settore bio-marino e del comparto museale.

Nel corso del 2006 sorge la problematica dell’inquinamento dell’area del terrapieno di Barcola, e nasce l’esigenza di pensare ad un sito alternativo, che viene individuato nell’area dell’attuale mercato ortofrutticolo.

Veduta dell’area del Mercato Ortofrutticolo

 

Nel 2007, viene realizzata nell’atrio camerale la mostra del plastico della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Trieste.

Nel corso del 2008 il sito individuato non risulta più idoneo ed emerge una nuova proposta di localizzazione del progetto: l’area che comprende il Salone degli Incanti, l’ex Magazzino vini e l’ex piscina Bianchi.

Veduta dei Magazzini Greensissasm

 

Nel 2009 il Consiglio comunale approva l’atto di indirizzo per la pianificazione strategica dell’ente inserendo l’ipotesi di realizzazione del “Parco del Mare”.

Intanto, dalle analisi effettuate, emerge che la location individuata non è idonea alla realizzazione della struttura in quanto il Salone degli Incanti non è utilizzabile come Acquario a causa delle fondamenta non adatte a sostesesta nere l’enorme peso delle vasche e di altre caratteristiche architettoniche che lo rendono non idoneo (vetrate, piano unico). La Regione Friuli Venezia Giulia, dopo aver valutato nel corso degli anni 2007-2008 l’ipotesi di una sottoscrizione di un Accordo di programma per la realizzazione del progetto, concede nel gennaio del 2014 un finanziamento straordinario pluriennale per la durata di 20 anni per la progettazione e la realizzazione del Parco del Mare. Nel corso degli anni, gli originari studi di fattibilità del 2007 vengono progressivamente aggiornati (negli anni 2011 e 2013).

Nel 2013 viene valutata l’idea della collocazione in Porto Vecchio ma la realizzazione in tale sito si rivela molto onerosa e l’ipotesi tramonta. All’inizio del 2014 nasce l’idea della collocazione a Porto Lido.

A marzo 2015 l’arch. Peter Chermayeff, realizza l’idea progettuale di massima, finanziato dalla Fondazione CRTrieste, completa di business plan. A dicembre 2015 la Fondazione CRTrieste si rende disponibile a stanziare l’importo complessivo di € 9.000.000 per la realizzazione del progetto, che vanno ad aggiungersi alle risorse già impegnate per realizzare lo studio preliminare e l’idea progettuale di massima nonché le analisi economico-patrimoniali e finanziarie redatte da ACB Group. Successivamente, nei primi mesi del 2016, vengono indirizzate all’Ente camerale le lettere ufficiali di appoggio al progetto da parte del Comune di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia.

A fine gennaio del 2018 un investitore privato manifesta ufficialmente alle Istituzioni l’interesse a investire in un project financing per la costruzione e gestione del Parco del Mare. La giunta comunale, nella seduta del 19 aprile 2018, approva la modifica della variante del piano regolatore che stabilisce la compatibilità dello strumento urbanistico con il progetto, consentendo così di approdare alla progettazione definitiva. La Fondazione CRTrieste, nel mese di aprile 2018, dichiara di non poter partecipare finanziariamente al progetto per problemi di carattere normativo.

Roberta Damiani

Delimitata in verde l’area di Porto Lido

Rosato: «Ho sempre creduto nella bontà della proposta»

28 Maggio 2018 | Di |

 

Ha creduto fin dall’inizio al Parco del Mare l’on. Ettore Rosato, dimostrando quanto si tratti di un progetto che ha trovato una condivisione politica pressoché unanime. Già nel 2007, nella sua veste di sottosegretario al Ministero degli Interni, assieme all’allora sindaco, Roberto Dipiazza, Rosato scoprì nell’atrio camerale il plastico dello studio progettuale realizzato dalla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Trieste per il comprensorio del Mercato Orotofrutticolo, partecipando all’evento di presentazione con un proprio intervento. «Sono da sempre stato convinto che il progetto sia una buona opportunità per Trieste e in senso ampio il Friuli Venezia Giulia. Poi è chiaroche le cose vanno fatte bene, e penso che così sarà. La scelta di Porto Lido quale destinazione finale consente di recuperare un’area particolarmente degradata che è parte del tessuto cittadino. Investire li significa fare sinergie con il Porto Vecchio creando uno dei poli di attrazione della mobilità turistica che si svilupperà lungo le Rive abbracciando l’intero centro città e la sua musealità. Parco del Mare – conclude Rosato – significa sviluppo economico, creazione di posti di lavoro, attrazione di nuovi investimenti che confluiscono nella crescita che Trieste sta vivendo negli ultimi anni. Abbiamo davanti un possibile futuro molto positivo per la città, bisogna fare scelte rapide, sagge ed evitare di dividersi su paternità e dettagli». Un’attenzione importante anche a livello nazionale e che Rosato, da parte sua, aveva prestato quando si presentò la possibilità di acquisto per la Camera di Commercio delle azioni di “Trieste navigando”, la società ministeriale titolare della concessione di Porto Lido.

Rosato e Diapiazza nel 2007 scoprono il plastico del progetto

 

 

28 Mag

Di

Un indotto in grado di portare ricadute su tutto il Friuli Venezia Giulia

28 Maggio 2018 | Di |

La mobilità via mare potrà trovare concretezza economica – Pacchetti turistici a vantaggio del territorio regionale

L’indotto generato dal Parco del Mare comprenderà una rivitalizzazione di diverse attività economiche: dagli hotel ai ristoranti, alle strutture museali e ricettive della città e della Regione, senza contare le altre attività di servizio e di supporto che spaziano dalla comunicazione ai servizi legati alle attività dell’Acquario.

Da non scordare l’aumento dei traffici aeroportuali, autostradali e ferroviari, taxi, bus, noleggi. Per quanto riguarda la crocieristica, l’hub di Trieste verrebbe maggiormente utilizzato dagli armatori come scalo/escursione proprio per la visita dell’Acquario e della città, come avviene a Genova con evidenti e immediate ricadute.

Il Parco del Mare con la sua collocazione a ridosso del mare in un’area con gli attracchi già disponibili, è il preludio alla nascita di una vera mobilità anche sul mare, con linee di collegamento anche veloci da Grado e Lignano Sabbiadoro, Bibione, Caorle e Jesolo senza scordare ovviamente la costa slovena e croata. Un cambio di linea a tutto tondo, che come in altre città nel mondo ha generato flussi di turisti in arrivo sia con aerei, che con treni e lungo gli assi autostradali e in grado di far lavorare le strutture per periodi più prolungati durante l’anno. Oppure, come avviene in altri porti crocieristici in Italia e all’estero, essere un elemento in grado di consentire escursioni cittadine collegate alla visita al Parco.

Sarà una vera rivoluzione quella che avverrà per i collegamenti via mare che auspicabilmente potrebbero arrivare fino a Venezia. Come detto, infatti, la collocazione del Parco è il punto di arrivo ideale per i collegamenti via mare che potranno andare ad aggiungersi a quelli già esistenti all’interno del Golfo.

Il Parco del Mare si configura come un attrattore non solo per la città di Trieste ma per l’intera regione: ai turisti che visiteranno il Parco del Mare verranno offerti pacchetti turistici per visite e soggiorni nelle maggiori località turistiche del Friuli Venezia Giulia; il tutto in sinergia con le Istituzioni e nell’ottica di una promozione globale del territorio e delle sue bellezze paesaggistiche, architettoniche e culturali, con notevoli benefici per le attività economiche e pubbliche legate alla musealità, alla ricettività, alla ristorazione, alle produzioni agroalimentari e all’enogastronomia del territorio.

Si ipotizza inoltre l’offerta di pacchetti turistici (innovativi per quanto riguarda il territorio rispetto al turismo scolastico) che comprendono tour della città, del comprensorio carsico e delle altre località turistiche della regione, con grande beneficio delle stesse, che, – ad esempio nel caso di Lignano Sabbiadoro, di Grado e delle località montane -, potranno avere quale ulteriore elemento di richiamo la vicinanza con una struttura come il Parco del Mare che risulta unica in tutto il nordest italiano e nell’Est Europa.

Andrea Bulgarelli

 

Fedriga, Dipiazza e Paoletti: sì al Parco del Mare

28 Maggio 2018 | Di |

Il Parco del Mare di Trieste conquista la Regione Friuli Venezia Giulia e ne diverrà un suo grande attrattore. Nel sopralluogo a Porto Lido il presidente Massimiliano Fedriga, assieme al sindaco Roberto Dipiazza e il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti, hanno toccato con mano assieme ai rappresentanti dei media lo stato di degrado di un’ampia area a mare a ridosso del centro cittadino che rinascerà grazie al Parco del Mare.

 Fedriga: «Noi ci saremo e in maniera ancor più importante»

«Il Parco del Mare può rappresentare un ulteriore tassello per lo sviluppo turistico ed economico del Friuli Venezia Giulia e, in tale prospettiva, è importante che il progetto venga portato avanti». Massimiliano Fedriga non ha dubbi sul valore e la portata dell’iniziativa, e anticipa che «la Regione sosterrà sempre iniziative capaci di attrarre investitori privati, incrementare l’occupazione e generare indotto sul territorio. Nel Parco noi ci saremo in maniera più decisa di quanto avvenuto fino ad adesso, anche con interventi diretti. Vedo positivamente lo strumento del project financing previsto per la realizzazione dell’opera, una scelta adeguata per far funzionare questo tipo di progetti e mi auguro che si possa rispettare una tempistica rapida. Mi complimento – ha concluso il presidente del Fvg – per la costanza e la bravura dimostrata dalla Camera di Commercio nel superare le tante difficoltà affrontate in questi anni per portare avanti il progetto e assicuro che noi ci saremo, dove avremo competenza, anche per agevolare il percorso amministrativo».

Dipiazza: «Trieste avrà finalmente un grande attrattore che porterà ricadute positive su tutto il Friuli Venezia Giulia»

«Il Parco del Mare – ha ribadito il sindaco, Roberto Dipiazza – con il grande Acquario cambierà il potenziale turistico di Trieste e della regione intera. Parlo di situazioni che sono già avvenute in decine di città in giro per il mondo dove questo tipo di realizzazioni hanno davvero cambiato la potenzialità di attrattività turistica dei territori. Basti pensare che il nostro seppur piccolo acquario triestino è uno dei musei cittadini più visitati. Mi sono poi reso conto del valore di queste strutture: ho vissuto in prima persona la partecipazione dei visitatori negli acquari di Lisbona, Valencia e Genova, assistendo a come giovani e adulti condividano attivamente la visita, ripetendola anche più volte nel corso dell’anno, con un’esperienza viva con gli animali, comprendendo quanto il rispetto dell’ambiente sia fondamentale per garantirne la vita. Il Comune – ha concluso – sta facendo la sua parte per questo importante progetto e l’iter amministrativo sta procedendo a passi veloci».

Paoletti: «La nostra sfida ora è aprire il cantiere prima del 16 dicembre 2018, ovvero a 14 anni dall’annuncio del progetto a Parigi dopo aver perso l’Expo 2008»

«Ora abbiamo la concreta dimostrazione che i vertici della politica locale e regionale credono nelle potenzialità del Parco del Mare. Con la loro presenza il sindaco, Roberto Dipiazza, il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, sostengono pubblicamente il progetto, ora spetta alla città di stringersi attorno a un’iniziativa di sviluppo per Trieste e il Fruli Venezia Giulia, ovvero quel grande attrattore che dopo aver adempiuto con legalità e trasparenza tutto l’iter burocratico che ci attende, potrà veder finalmente la luce. Molti – conclude Paoletti – mi chiedono quali saranno i tempi per veder aperto il cantiere: il nostro obiettivo è il 16 dicembre del 2018, ovvero esattamente 14 anni dopo l’annuncio del progetto a Parigi in concomitanza della perdita dell’assegnazione dell’Expo del 2008 a Trieste».

 

Speciale Parco del Mare di Trieste

28 Maggio 2018 | Di |

Nascita e sviluppo dell’idea progettuale

di Antonio Paoletti

presidente della Cciaa Vg

L’idea di creare a Trieste un polo espositivo dedicato al mare nasce alla fine del 2004, quale proposta realizzativa alternativa alla mancata assegnazione dell’Expo tematico del 2008, con la finalità di sopperire al mancato gettito economico che l’Expo avrebbe portato a Trieste e per realizzare un progetto che consentisse di assicurare un indotto economico ingente e continuativo alla città e alla Regione.

La realizzazione del polo espositivo, inoltre, avrebbe dotato la città di Trieste di un’infrastruttura socio-economica fondamentale di rilevante attrazione promozionale, consolidando ulteriormente la vocazione turistica della città e creando un volano per le attività economiche connesse sia nel territorio provinciale che in quello regionale. Il progetto è stato pensato sin dall’inizio in termini particolarmente significativi per dimensioni, anche economiche, offerta espositiva, contenuti scientifici e di ricerca applicata (per i quali Trieste è conosciuta nel mondo vista la presenza pluridecennale di numerosi

Enti e Centri di Ricerca) nonché, similmente a quanto realizzato in altre località mondiali (Genova, Lisbona, Barcellona, Chattanooga, Boston ecc.), quale opera qualificante per lo sviluppo economico e urbanistico della città.

Già nelle fasi preliminari di progettazione, la Camera di Commercio ha coinvolto Istituzioni, Enti pubblici locali, l’Università di Trieste e gli organismi di ricerca nel settore bio-marino e del comparto museale, che hanno contribuito alla realizzazione di uno studio di prefattibilità che è stato la base per la realizzazione del business plan dell’Acquario, redatto da Costa Edutainment, e per il business plan della parte turistico ricettiva, entrambi redatti nel 2007.

Nel corso degli anni fino ad arrivare ai giorni nostri, il progetto viene presentato ad Istituzioni, Autorità, Associazioni sindacali, Partiti politici, Associazioni ambientaliste ed altri Enti interessati, tra i quali emerge un’unanime approvazione dello stesso, tanto che nel 2009 il Consiglio comunale approva l’atto di indirizzo per la pianificazione strategica dell’ente inserendo l’ipotesi di realizzazione del “Parco del Mare”. E nel 2016 il Comune di Trieste a firma del Sindaco Roberto Cosolini, e la Regione a firma del Presidente, Debora Serracchiani, confermano la sostenibilità del progetto con particolare riferimento dell’area di Porto Lido.

Antonio Paoletti

 

Ufficio Ambiente

25 Maggio 2018 | Di |

Rottami metallici: dal 15 giugno obbligo d’iscrizione all’Albo

Dal prossimo 15 giugno gli operatori che si occupano di raccolta e del trasporto di rottami metallici dovranno iscriversi all’Albo nazionale dei gestori ambientali nella nuova categoria 4bis (istituita con Deliberazione n. 2 del 24 aprile 2018). Il provvedimento aggiunge un nuovo tassello al processo di regolamentazione dell’attività di raccolta e trasporto dei rottami di cui all’articolo 1, commi 123 e 124 della legge 4 agosto 2017.

Si completano così gli adempimenti introdotti per permettere ai raccoglitori in forma ambulante di regolarizzare la propria attività.

A partire da giugno prossimo, quindi, potrà essere trasportato regolarmente il “ferro vecchio” raccolto ai bordi delle strade e in cantine polverose o i rottami prodotti da piccole manifatture senza rischiare sanzioni salate e un’accusa di gestione illecita di rifiuti per non essere iscritto all’Albo nazionale gestori ambientali.

Gli operatori, che usufruiranno di modalità semplificate di iscrizione, dovranno essere iscritti al registro imprese o al repertorio economico amministrativo e dovranno soddisfare i requisiti generali necessari per l’iscrizione all’Albo gestori ambientali, previsti all’articolo 10 del dm 120 del 2014. Andrà inoltre dimostrata la disponibilità di un veicolo o non più di due veicoli immatricolati ad uso proprio, la cui portata utile non superi complessivamente le 3,5 tonnellate. Le imprese iscritte potranno trasportare un quantitativo annuo non superiore alle 400 tonnellate.

Michele Bossi

Reti d’imprese: nuovo impulso

25 Maggio 2018 | Di |

Un servizio di consulenza gratuita a disposizione anche nella sede di Gorizia

Sono passati diversi anni dalla costituzione della prima rete d’imprese. Ad oggi, a livello nazionale, sono 28.902 le imprese coinvolte, dall’edilizia alla sanità, dal tessile alle nuove tecnologie.

Uno degli obiettivi del sistema camerale è quello di dare impulso alla diffusione dei contratti di rete, che ritiene sia una delle più efficaci risposte di programmazione per aumentare la competitività delle aziende e superare la frammentazione del tessuto imprenditoriale. Questo obiettivo lo persegue potenziando la sensibilizzazione e l’assistenza tecnica. Uno strumento è la piattaforma, articolata ma di semplice lettura, per capire cosa è una rete d’impresa, a cosa serve e come si fa per crearne una, che si chiama www.contrattidirete.registroimprese.it e offre a imprese, associazioni, professionisti e Istituzioni gli strumenti utili e i suggerimenti per valutare la costituzione di una nuova rete ed evitare errori prima di iniziare il percorso che porta alla realizzazione di un contratto. L’altro strumento è l’attività di consulenza personalizzata gratuita, che la Camera di Commercio Venezia Giulia nella sua sede di Gorizia, mette a disposizione delle imprese che necessitano di assistenza:

– sulla normativa di riferimento sui contratti di rete;

– sulle procedure per la formalizzazione di un contrattodi rete;

– sulla valutazione dell’impatto del progetto comune di rete relativamente agli aspetti contabili, fiscali, gestione del lavoro e amministrativi.

Il servizio di assistenza personalizzata gratuita sarà erogato presso la sede camerale di Gorizia in via Crispi 10. Per informazioni: Servizio Promozione – Internazionalizzazione – 0481 384283 – maria.brunelli@vg.camcom.it

Serena Storni

 

 

“Latte: Elemento fondamentale della nutrizione”

25 Maggio 2018 | Di |

Madriz:<Non un alimento qualunque bensì il nostro primo nutrimento spiegato ai giovani>

 Latte e scuole protagonisti questa mattina in Camera di Commercio, a Trieste, per il primo appuntamento delle iniziative del programma “Latte nelle scuole” promosso dai Ministero delle Politiche agrarie, alimentari e forestali,  in collaborazione con l’Unioncamere, le Camere di commercio e il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria): il programma in Friuli Venezia Giulia – realizzato dalla Camera di Commercio Venezia Giula – si concluderà con l’iniziativa finale del 31 maggio presso la Villa Codelli di Mossa, dove è prevista la partecipazione di oltre 400 studenti.

 

Oltre un centinaio di studenti degli istituti Ad Formandum di Trieste,  Tecnico Agrario “Giovanni Brignoli” di Gradisca (era presente la sezione monfalconese) e Istituto di istruzione superiore “Sandro Pertini”, sempre di Monfalcone, hanno preso parte a questa mattinata dedicata al latte e alle sue caratteristiche che lo rendono un alimento di fondamentale importanza per la salute.  <Il latte – ha detto il vicepresidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Gianluca Madriz, nel suo saluto introduttivo –  non è un alimento qualunque bensì il nostro primo nutrimento, quello che ci fa crescere e ci prepara alla vita. Negli ultimi anni – invece – il consumo di latte e latticini è diminuito, e l’iniziativa di oggi rientra nelle attività finalizzate a contrastare questa tendenza, incentivando già in età infantile le buone consuetudini alimentari. Oggi abbiamo voluto fornire informazioni utili per il corretto consumo di latte e dei suoi derivati, avvalorate da basi scientifiche, concentrandosi sulla sua importanza per la salute e sulla garanzie di sicurezza e di qualità>.

Si tratta di un vero percorso di educazione alimentare, che intende sensibilizzare sull’importanza del latte nella nostra alimentazione, sulla sua provenienza e su come viene prodotto, anche attraverso le testimonianze di chi ci lavora: produttori, aziende, enti, associazioni e nutrizionisti.

Il latte, infatti, non è solo un alimento sano che non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole, ma è anche un motore importante dell’economia che va valorizzato, sostenendo allevatori e produttori – che hanno un ruolo significativo anche per lo sviluppo rurale – e più in generale tutta la filiera del latte e dei latticini. Il nostro Paese – e il nostro territorio in particolare –  ha delle produzioni di assoluta eccellenza che vanno aiutate a crescere anche aumentando la consapevolezza nei consumatori.

 

Di seguito le sintesi degli interventi che sono stati realizzati nel corso della mattinata moderata dal giornalista Giuseppe Cordioli.

 

IL MARCHIO ACQUA PER LA VALORIZZAZIONE DELLA FILIERA LATTIERO CASEARIA

dott.ssa Elena Pozzi

ERSA

L’intervento ha riguardato la presentazione del marchio di qualità regionale AQUA-AGRICOLTURA, QUALITA’, AMBIENTE, regime di certificazione nato con la legge regionale n. 21/2002, che ha visto il suo sviluppo a partire dall’anno 2012. Dopo una panoramica delle caratteristiche del marchio e dell’impianto normativo a supporto, sono state illustrate le filiere certificate, tra le quali quella del latte, con l’illustrazione dell’esperienza dell’ERSA nella gestione di questo strumento di valorizzazione del comparto agricolo.

 

VALORI NUTRIZIONALI DEL LATTE E DERIVATI

dott.ssa Martina Castaldo

Dietista

CREA

Il Programma “Latte nelle Scuole”, finanziato dall’Unione Europea e realizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è nato col fine di promuovere l’adozione di corrette abitudini alimentari in età infantile tramite la distribuzione di latte vaccino e derivati (yogurt e formaggi) agli allievi delle scuole primarie aderenti al progetto sul territorio nazionale.

Il latte vaccino è un alimento che, in poche chilocalorie, fornisce acqua, proteine ad alto valore biologico, zuccheri e grassi in quantità equilibrata, vitamine e minerali, tra cui il calcio. I prodotti lattiero-caseari sono considerati alimenti funzionali poiché è in grado di migliorare lo stato di benessere della persona e ridurre il rischio di malattie. Nonostante l’importanza di inserire il latte in un’alimentazione varia ed equilibrata, i dati italiani mostrano che il suo consumo è nettamente in calo e al di sotto di quanto raccomandato dalle istituzioni scientifiche accreditate.

 

LE FILIERE DEL LATTE

dott.ssa Elsa Bigai

Filiera lattiero casearia del Consorzio Agrario Friuli Venezia Giulia, Produzione Latte anno 2017

La nostra Filiera

Aziende socie conferitrici latte 121 (14% del FVG) e Latte conferito 260.000 q.li (11 % del FVG) di cui 137.000 q.li prodotto da 42 aziende socie certificate AQuA e 110.000 q.li da 60 aziende socie certificate “di solo PRI”

Nel nostro caseificio di Venzone nel 2017 il latte lavorato è stato pari a 33.250 q.li di cui il 50% certificato AQUA-PRI con produzione di:

4.000 q.li pari a circa 64.000 forme di formaggi stagionati: Montasio DOP, Montasio DOP AQUA-PRI, Latteria e Latteria AQUA-PRI, inoltre 90 q.li di formaggi freschi e 170 q.li di gelato artigianale

La nostra Distribuzione

GDO 50% (Coop Alleanza 3.0, Aspiag Service srl – Despar Tribù, Brendolan Alimentari, Carrefour, Centri Commerciali e Ipermercati Conad, Mercator, Pam Panorama, Unicomm, Vivo Friuli, Spak Supermercati) PRIVATE LABEL 15% (Mercati anglosassoni), HORECA 15% e PICCOLA DISTRIBUZIONE 20%

 

LE CONTRAFFAZIONI

prof. avv. Marcello M. Fracanzani   

Componente Osservatorio sulla Criminalità nell’Agricoltura e sul Sistema Agroalimentare

Se oggi abbiamo problemi di adulterazione del latte è perché evidentemente c’è domanda di latte ed economicamente “conviene” investire nella sua adulterazione e smercio, piuttosto che aumentarne la quantità e qualità.

Da una sommaria indagine e senza pretesa di esaustività, possiamo indicare due principali filoni di adulterazione.

  1. a) da una parte, vi è l’adulterazione che serve a mantenere conservato e puro il latte prodotto con scarsa attenzione o con scadenti strutture sotto il profilo igienico sanitario, ovvero con alimentazione a basso costo e, normalmente, fuori legge che viene reperita in mercati paralleli, tendenzialmente da piccoli produttori che hanno un solo cliente (monopsonio);
  2. b) dall’altra, vi è l’adulterazione che serve ad aumentare la qualità di latte di una certa zona geografica tipica, per esempio quella delle “vacche rosse” per il parmigiano reggiano, piuttosto che del grana padano. In questo caso, il latte è “adulterato” non tanto con rettificazione chimica, ma solo sulla sua orginarietà, possiamo dire, sulla sua Identità, viene così “nobilitato” per aumentarne il valore.

Le due varianti possono anche combinarsi.

 

TRADIZIONI ED ECCELLENZE DI UN TERRITORIO DI CONFINE

prof. Giorgio Rizzatto

Accademia Italiana della Cucina – Delegazione di Gorizia

L’alimentazione degli animali influisce notevolmente sulle caratteristiche del latte e, quindi, sulla qualità del formaggio, suo principale derivato. Le produzioni si rifanno a tradizioni secolari, legate a un mondo, soprattutto montano, purtroppo in buona parte scomparso. Se il Montasio è la Dop più conosciuta, la nostra regione è ricca di tanti altri formaggi, anche poco noti: il salato d’Asìno; i carsolini Jamar, affinato in grotta, e Monte Re, da salvare dalla possibile scomparsa; il Fossa di Cormons; il Frant, miscela di recupero, duttile in cucina e base di stuzzicanti innovazioni; il Liptauer, di tradizione asburgica, ottimo per il fuori pasto e molto diffuso nel territorio giuliano.

 

 

 

 

 

Porto di Monfalcone: avviate le attività di dragaggio

25 Maggio 2018 | Di |

Lavori di manutenzione dei fondali della banchina e del bacino di evoluzione di Portorosega

Con l’arrivo della seconda draga entrata in funzione da qualche giorno, l’Azienda Speciale per il porto di Monfalcone ha avviato a pieno regime le attività di dragaggio finalizzate al ripristino del tirante d’acqua della banchina di Portorosega e del suo bacino di evoluzione, a vantaggio di una maggiore e più ampia fruibilità degli approdi alle navi di pescaggio massimo consentito.

I lavori di manutenzione dei fondali della banchina del porto di Monfalcone hanno un valore complessivo di 1,2 milioni di euro, la loro progettazione è stata avviata nel corso del 2015, mentre le procedure di gara per l’affidamento dei lavori si sono concluse nel 2017 con l’affidamento dell’appalto all’impresa Polese S.p.A. di Sacile (PN) per un importo complessivo pari a euro 907.936,38.

L’intervento manutentivo inerisce i primi 465 m di banchina (lato Monfalcone), da riportare alla quota di imbasamento della stessa pari a 7,90 m sotto il livello del mare, unitamente ad ulteriori circa 600 m di banchina (lato TS) e al bacino di evoluzione, da rettificare alla quota di 11,70 m sotto il livello del mare.

Negli scorsi mesi si sono concluse le attività inerenti gli approdi n. 1, 2 e 3 e la bonifica bellica del fondale, attività propedeutiche all’avvio delle attività di dragaggio che si protrarrà per circa 2 mesi. I lavori di manutenzione si svolgeranno in continuità con le operazioni commerciali portuali, garantendo alle stesse la priorità nell’utilizzo della banchina di Portorosega e, conseguentemente, dovranno garantire la necessaria flessibilità in funzione della disponibilità degli accosti e delle condizioni meteorologiche. Le attività di dragaggio prevedono l’asportazione di circa 60.000 metri cubi di materiale che verrà successivamente riposizionato all’interno dell’ambito portuale, a ridosso della diga foranea.

Per garantire la salvaguardia dell’ambiente marino ed evitare la dispersione di sedimenti, verranno utilizzate speciali panne galleggianti a delimitazione delle aree interessate dalle operazioni di dragaggio, con il continuo monitoraggio in corso d’opera dello specchio acqueo interessato dai lavori per verificare il rispetto dei limiti di torbidità.

«L’intervento, ideato e diretto con caparbietà dall’Azienda Speciale per il porto di Monfalcone – afferma il presidente Gianluca Madriz, con la collaborazione del Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia – Sede Coordinata di Trieste, quale soluzione concreta alle richieste degli operatori portuali tese a disporre di un maggior tirante d’acqua, prosegue nella linea d’intervento infrastrutturale delineata dal Sistema Camerale per promuovere lo sviluppo dello scalo isontino quale volano di crescita per l’intera economia regionale».

Sergio Signore