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Venezia Giulia Economica - Pagina 25 di 64 - CCIAA della Venezia Giulia

Il Consorzio della Venezia Giulia diventa realtà

28 Dicembre 2020 | Di |

MADRIZ E RUSSO HANNO SOTTOSCRITTO L’ATTO CHE CONCLUDE IL PROCESSO

Completata la fusione delle due realtà di sviluppo economico di Gorizia e Monfalcone

È nato il Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia, frutto della fusione per incorporazione tra il Consorzio di sviluppo economico del Monfalconese e il Consorzio di sviluppo economico locale di Gorizia. I presidenti dei due sodalizi, in qualità di rappresentanti legali, rispettivamente Renato Russo e Gianluca Madriz, hanno sottoscritto davanti al notaio Arcidiacono l’atto. Un momento storico per un’operazione di prospettiva, che rende l’Isontino forte e in grado di guardare al suo domani economico e di lavoro con maggior fiducia.

l nuovo Consorzio ha un valore di complessivi 63 milioni di euro

Il valore complessivo del Consorzio derivante dalla fusione per incorporazione è di 63 milioni di euro, di cui 50 di quello del Monfalconese e 13 di quello di Gorizia. Il 79,45 per cento delle quote è attribuito al Consorzio di Monfalcone, il restante 20,55 a quello di Gorizia. In seguito all’incorporazione, spetterà ai Comuni di Monfalcone e Gorizia rispettivamente il 30,50 per cento e il 16,11 per cento delle quote. Neanche il lockdown di primavera ha rallentato l’iter procedurale di incorporazione: prima i cda del Consorzio di sviluppo economico del Monfalconese e del Consorzio di sviluppo economico locale di Gorizia hanno approvato e deliberato il progetto di fusione riunendosi congiuntamente, poi la parola è passata ai 18 soci per avvallare l’atto tramite approvazione da parte dei consigli comunali. Trascorsi i tempi richiesti dalla legge, si è arrivati appunto all’ultimo atto. A gennaio sarà convocata l’assemblea del nuovo Consorzio per l’integrazione degli organi sociali, con il cda che passerà dai tre dell’assetto delle due realtà a cinque. Trattandosi di incorporazione, i soci dovranno indicare i nominativi dei due componenti che si aggiungeranno al presidente Russo, alla vice Michela Ceccotti e al consigliere Marco Donda del sodalizio monfalconese.

Dai sindaci di Monfalcone e Gorizia pieno sostegno all’operazione

«Il nostro territorio è centrale rispetto al futuro economico della regione e noi stiamo lavorando con grandissimo impegno su tutto quello che permette di accrescerne la competitività. Tutte le istituzioni devono fare sistema, proprio come stiamo facendo noi, in quanto è una garanzia per non restare indietro rispetto ai tempi che cambiano e per assicurare i livelli occupazionali. Con il nostro timone di area industrializzata e con le prospettive legate a portualità e nautica, possiamo diventare sempre più un punto di riferimento. Lavorare insieme significa essere più forti e più autorevoli, nonché avere più potere nelle trattative», il commento del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint. Concorda il primo cittadino di Gorizia, Rodolfo Ziberna: «È una data importante per il futuro dei nostri territori. Per essere competitivi e cogliere le sfide che ci attendono è quanto mai necessario per il nostro territorio fare sistema. Restare soli come zona industriale di Gorizia non ci avrebbe portato risultati, mentre fare massa critica con Monfalcone, la cui zona industriale è attrezzata, è quanto mai essenziale in quanto ci permette di ragionare in prospettiva. In questo ambito diventa quanto mai fondamentale continuare il ragionamento che abbiamo avviato per la Zona logistica semplificata rinforzata».

Madriz: «In questo modo viene garantita una prospettiva al territorio»

Grazie alla fusione le imprese isontine potranno contare su una maggiore competitività, in un contesto di realtà complementari, spiega il presidente Russo: «Con lo stesso spirito che ha portato all’integrazione dei Porti e delle Camere di Commercio, per fare massa critica ed essere competitivi era importante procedere a questa fusione. Con questa scelta possiamo ampliare ’offerta commerciale dei Consorzi per rendere tutto il nostro territorio, nel suo insieme e con tutte le sue peculiarità, più attrattivo, grazie alla potenzialità del binomio tra Monfalcone con la sua posizione strategica e il mare e Gorizia più vicina al confine». Un punto di partenza per ulteriori sfide rimarca Gianluca Madriz: «Abbiamo agito ascoltando i nostri consorziati e guardando al futuro del territorio per garantire una prospettiva. Siamo orgogliosi di aver concluso un’operazione che era necessaria da tempo, per di più ci siamo riusciti in un momento complesso e complicato, quello del Covid, rispettando i tempi prefissati. Il territorio dell’ex provincia di Gorizia ne esce quindi rafforzato e pronto per le altre sfide che ci attendono».

La fusione è la naturale unione di territori contermini, da sempre complementari, parte dello stesso compendio territoriale. Monfalcone è il naturale sbocco al mare delle attività commerciali e imprenditoriali delle aree goriziane, quindi l’operazione è la logica e naturale conclusione di un processo di integrazione che nei fatti, intendendo l’operatività industriale e commerciale, è già una realtà consolidata. I vantaggi saranno notevoli sia dal punto di vista sinergico che di economia di scala, in quanto la gestione unitaria delle aree disponibili e della possibile offerta di insediamento permetterà di ampliare la platea dei possibili insediamenti produttivi. Un raggio di azione più ampio si tradurrà infatti una attrattività maggiore e quindi in una maggiore competitività.

Marchi collettivi. Il 31 dicembre scade il termine per la trasformazione nei nuovi marchi

27 Dicembre 2020 | Di |

COMUNICAZIONE TRAMITE LA CCIAA

È in scadenza il termine entro cui esercitare l’opzione per l’adeguamento del marchio collettivo alla nuova disciplina o per la trasformazione in marchio di certificazione, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 15/2009. Tale opzione deve essere comunicata all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi entro il 31 dicembre prossimo, a pena di decadenza del marchio stesso.

La comunicazione può avvenire anche tramite la Camera di Commercio. In tal caso bisognerà presentare l’usuale modulo di primo deposito del marchio inserendo al punto 1.8 la dicitura “Conversione in marchio collettivo (oppure di certificazione), così come definito dal decreto legislativo 15 del 20 febbraio 2019, del marchio avente numero di domanda…”

Al fine della verifica relativa alla compilazione e/o per l’appuntamento per il deposito si invii una email al seguente indirizzo: brevetti@vg.camcom.it

Fish Agro Tech: i numeri di un progetto che ha affiancato le imprese e creato innovazione

27 Dicembre 2020 | Di |

IMPORTANTE AZIONE TRANSFRONTALIERA NEI COMPARTI DELLA PESCA E DELL’AGRICOLTURA

Centocinquantacinque imprese, 6 soggetti associativi, 25 soggetti istituzionali, 18 portatori di innovazione coinvolte nelle attività.

Tre attività pilota, dedicate alla creazione di sistemi di monitoraggio ambientale (su parametri meteo, del suolo e del mare) nelle attività agricole e nell’acquacoltura, in grado di introdurre elementi di sostenibilità di queste attività e di accrescere la sicurezza alimentare dei prodotti, nonché alla digitalizzazione delle attività delle imprese, creando canali digitali di promozione e commercio dei prodotti ittici e agricoli. Un patrimonio di informazioni e competenze che hanno portato, nel corso del progetto, a individuare ulteriori tematiche di innovazione tecnologica di interesse transfrontaliero, tali da dar vita a collaborazioni ulteriori e durevoli nella rete composta da partner, imprese, soggetti scien­tifici e produttori di innovazione.

«È questo il bilancio – rileva il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti – di Fish Agro Tech CBC, progetto standard finanziato dal programma Interreg Italia Slovenia 2014 – 2020, il cui obiettivo principale è accompagnare in percorsi di innovazione tecnologica due settori chiave nell’economia dell’area di intervento transfrontaliera: pesca, acquacoltura e agricoltura. L’intervento si è particolarmente concentrato nelle aree marine del Golfo di Trieste e del Carso – entroterra sloveno. Questa continuità territoriale ha consentito ai partner di condividere una modalità di lavoro che ha applicato costantemente un approccio di tipo partecipativo (Clld), conseguendo innanzitutto due risultati di coinvolgere proattivamente i soggetti target e di diffondere i temi del progetto presso le rispettive comunità locali (in particolare le istituzioni)».

Partner progettuali con competenze rivolte in particolare alle imprese

I profili dei partner progettuali, (Aries Scarl – Camera di Commercio Venezia Giulia, Area Science Park, Gal Carso, Parco tecnologico di Ljubljana, Camera per l’Economia della Primorska, Istituto Nazionale di Biologia della Slovenia e il partner associato Gal Istria) hanno consentito di mettere a regime competenze complementari, in materia di supporto economico alle imprese, conoscenza dei fabbisogni dei settori, ricerca scientifica, sostegno allo sviluppo e al trasferimento di innovazione tecnologica. Le imprese dei settori di intervento sono state prima di tutto coinvolte in una campagna di ascolto delle loro effettive necessità ed accompagnate nella conoscenza delle possibilità offerte dall’innovazione tecnologica in risposta ai loro fabbisogni. Incontri, interviste, tavoli di lavoro, 4 momenti seminariali e 2 incontri di B2B (Business to Business) e R2B (Research to Business) hanno portato ad un piano condiviso di attività, riassunte in un documento transfrontaliero di analisi dei fabbisogni e delle risposte di innovazione.

Attivati tre progetti pilota nei settori tra boe intelligenti e piattaforme digitali

Tali risposte innovative, elaborate dai partner unitamente alle imprese, si sono tradotte come detto in 3 progetti pilota e nell’individuazione di 4 tematiche di interesse comune transfrontaliero. Una prima attività pilota (realizzata a cura di Area Science Park) ha realizzato una rete di 12 microstazioni in 12 aziende agricole, situate in Italia e in Slovenia, scelte in base ai parametri relativi alle situazioni climatiche e alle condizioni del suolo. La rete di rilevamento consente il monitoraggio del suolo e dei parametri meteorologici, al fine di prevenire la presenza di parassiti quali peronospora e oidio. Una seconda azione pilota, condotta da Aries, ha ad oggetto l’implementazione di un sistema di rilevamento dei dati marini, basato su boe intelligenti in fase di posizionamento. I dati rilevati, combinati con quelli delle serie storiche detenute dai partner italiani e sloveni, consentono di creare (con il supporto dell’intelligenza artificiale) un sistema predittivo in grado di comunicare agli operatori situazioni di potenziale pericolo per il prodotto e la sicurezza alimentare. La terza azione pilota, curata dal Parco Tecnologico di Ljubljana, partendo dalla necessità di promuovere un canale di distribuzione diretto ed efficace fra produttori ed utenti finali (in primo luogo operatori della ristorazione), ha creato la versione pilota di Zelena Istra (Istria Verde), una piattaforma digitale che permetterà a produttori di ortaggi, frutta, allevatori ittici ed altri, con sede nell’Istria slovena, di offrire i propri prodotti agli acquirenti in un unico posto, senza costi aggiuntivi.

Avviato un percorso concreto di collaborazioni transfrontaliere

I temi di possibili collaborazioni riguardano, oltre alle attività pilota, anche quelle di interesse transfrontaliero individuate nel progetto, che ricordiamo: monitoraggio in remoto dei movimenti del bestiame; nuove tecniche di trattamento degli alimenti per una maggiore sicurezza e durata del periodo di consumazione; riutilizzo e riciclaggio delle plastiche derivanti dalle reti da pesca; introduzione di processi a minore impatto ambientale nell’olivicoltura e nelle attività agricole. Elementi di collaborazione, questi, trasposti in un Memorandum of Understanding finale, sulla base del quale i partner collaboreranno pro futuro a monitorare le condizioni per il proseguimento delle attività e delle opportunità (anche finanziarie) nei campi dell’innovazione tecnologica, creando così le basi per una cooperazione durevole.

Michele Crosatto

A Gorizia maggior peso del “primario”. Trieste, elevata concentrazione nei servizi

27 Dicembre 2020 | Di |

A CURA DELL’UFFICIO STATISTICA

Lo stock complessivo di attività imprenditoriali della Venezia Giulia – in termini di sedi di impresa – constava al 30 novembre del 2020 di 26.183 unità registrate delle quali 22.556 attive. Il tasso di attività, calcolato come rapporto tra sedi attive e registrate, risultava pertanto dell’86,2%.

Limitando l’analisi alle sedi attive la disaggregazione fra i diversi settori economici evidenzia la netta prevalenza del Commercio (24,2%) seguito dalle Costruzioni (17,1%), dai Servizi di alloggio e ristorazione (11,2%) e dal comparto manifatturiero (7,7%). Il settore primario conta per il 6,8%, il secondario per il 25,1%, il terziario infine per il 68,1%. La composizione della struttura imprenditoriale delle due province presenta notevoli similitudini anche se Gorizia è caratterizzata da un maggiore peso del settore primario (12,5% rispetto al 3,1%) mentre a Trieste risulta una più elevata concentrazione di imprese di servizi.

Il confronto rispetto all’anno precedente, sempre in termini di sedi attive, mostra andamenti provinciali divergenti: se Trieste fa registrare un aumento di 148 unità, Gorizia mostra una diminuzione di 40.

Roberto Zavan

Annamaria Coccolo: «Prolungamento delle “Rive” triestine finalmente aperte all’utilizzo di tutti»

27 Dicembre 2020 | Di |

Il progetto del Parco del Mare di Trieste, travalicando i confini del lotto di pertinenza a favore di una visione di più ampio respiro, ha mirato alla realizzazione di un acquario fortemente legato al contesto fino a diventare esso stesso uno spazio fruibile, ancorato al sistema pubblico di accesso al molo.

L’idea è stata quella di prolungare la passeggiata delle “Rive”, valorizzando l’ingresso al Bagno Marino, fino ad arrivare tramite una piazza lineare al nuovo spazio pubblico fronteggiante il mare, fulcro del sistema che è fortemente relazionato alla “Lanterna”. A questa centralità si collega l’edificio dell’acquario sia con la galleria d’ingresso che con una scalinata che man mano salendo sull’edificio si plasma in uno spazio pubblico affacciato sull’acqua come i “moli” che contraddistinguono la città di Trieste.

Questa volontà di integrazione tra il nuovo edificio e il sistema degli spazi pubblici, fortemente ricercato nel progetto, è frutto della consapevolezza che solo un’architettura rispettosa, fatta di forme lineari e materiali omogenei può dare risalto a ciò che è storico come la “Lanterna” ma soprattutto al pregevole affaccio sul mare.

Chiaramente un edificio che ospita un acquario deve rispondere a precise esigenze dimensionali proprio per contenere le vasche e tutto ciò che è tecnologia e cura degli animali; in questo delicato contesto si è cercato, senza compromettere l’attrattività della struttura, di minimizzare gli spazi e le altezze per ridurre l’impatto dell’edificio sul contesto, soprattutto sul lato verso il mare.

L’edificio di progetto è formato da due trapezi collegati dalle passerelle che si trovano nella galleria a doppia altezza. Il corpo più piccolo a due livelli ospita le strutture di ingresso, il ristoro e il gift shop, nell’altro a tre livelli si trova il museo vero e proprio: due livelli per i visitatori e uno, quello superiore destinato ad accogliere la tecnologia, i laboratori e la cura e nutrizione degli animali.

L’attrazione principale è rappresentata dalla vasca centrale di forma ovale, di lunghezza pari a circa 28 metri e larghezza nel punto maggiore di 18 metri. Attorno a questa vasca e ad altre più piccole sono organizzati i percorsi per i visitatori che ogni tanto, in punti strategici, potranno anche godere della bellissima vista esterna sulla “lanterna”, sul mare e sulla città di Trieste.

Per quanto riguarda l’accessibilità al museo, oltre ad un nuovo parcheggio posto nelle vicinanze dell’acquario, i rimanenti stalli, funzionali all’attività saranno reperiti, tramite convenzione con i gestori, lungo la Riva Ottaviano Augusto e aree limitrofe. I bus turistici potranno far scendere i visitatori all’inizio di Riva Traiana dove ci sono appositi spazi di manovra, inoltre, con il Porto Vecchio e i vari insediamenti museali, ricettivi, ludici che verranno realizzati, il Parco potrà utilizzare collegamenti via mare diretti e sostenibili proprio grazie ai flussi di visitatori, in linea con la mobilità integrata via terra e via mare, capace di ridurre il traffico lungo le arterie cittadine.

Annamaria Coccolo Architetto, studio “Archest”

«Un’esperienza unica dentro e fuori l’acquario in un contesto urbano rigenerato»

27 Dicembre 2020 | Di |

Le parole degli architetti Ginette Castro e
Michael Oleksak dello studio Cosestudi.

A nostro avviso, lo sviluppo di un nuovo acquario di livello internazionale nella zona di Porto Lido rappresenta un’importante opportunità per arricchire ulteriormente l’unicità urbana e gli aspetti culturali, sociali e storici di Trieste.

Subito dopo aver visitato Trieste e la zona di Porto Lido, siamo rimasti incuriositi dalla vostra città unica e dall’incredibile potenziale che questo luogo speciale rappresenta per i triestini e la regione Friuli Venezia Giulia.

Insieme ai nostri partner di progettazione, Archest, abbiamo cercato di sviluppare il concetto di un acquario che fosse sensibile al significativo patrimonio del sito, soprattutto della Lanterna, fornendo anche un maggiore accesso pubblico al mare e alle spettacolari viste della città dal mare. Abbiamo creduto che la costruzione dell’acquario dovesse essere sviluppata in modo che esprimesse un delicato equilibrio tra l’essere molto rispettosi dell’importante contesto storico del sito e guardare al futuro con fiducia.

L’organizzazione interna dell’acquario ha lo scopo di immergere i visitatori nelle meraviglie della vita nel mondo sottomarino per coinvolgerli prima emotivamente e poi intellettualmente nella comprensione e apprezzamento dell’importanza dell’educazione e della conservazione del mare,

Il percorso di visita non sarà percepito come un assemblaggio di vasche indipendenti ma più come l’esperienza di meraviglioso mondo di vita acquatica interconnesso e multistrato. Oltre alle vasche, il visitatore potrà osservare mostre multimediali che, utilizzando la tecnologia digitale, possono comunicare la scienza del mare e l’importanza della conservazione in modo semplice e intuitivo.

L’acquario sarà essenzialmente un “laboratorio vivente” che esprime l’impegno di Trieste per la scienza e la conservazione del mare.

Trieste è una città molto speciale con un ricco patrimonio di collegamenti con i mari e gli oceani.

Considereremo un privilegio lavorare con Costa Edutainment, Icop, Archest e, per estensione, la comunità triestina, per contribuire a creare un nuovo acquario di livello mondiale in un luogo così speciale.

Vittorio Petrucco: «Più di due anni di lavoro per elaborare la proposta»

23 Dicembre 2020 | Di |

Arrivare al progetto del Parco del Mare non è stato un percorso facile, sono serviti più di 2 anni per elaborare questa proposta in Partenariato Pubblico Privato.

I promotori dell’iniziativa sono:

  • un’impresa di costruzione, la Icop;
  • un finanziatore, Iccrea BancaImpresa;
  • un gestore di parchi a tema, Costa Edutainment.

Come promotori ci siamo candidati alla progettazione, alla costruzione, al finanziamento, alla manutenzione e alla gestione per 30 anni dell’acquario.

Non si tratta solo di realizzare una bella opera e di recuperare un’area di pregio della città, area oggi degradata, ma anche garantire la sostenibilità economica dell’iniziativa.

In base alle valutazioni fatte l’affluenza potenziale che afferisce a un’infrastruttura di questo tipo è stata calcolata in un milione di visitatori all’anno; la nostra proposta è stata dimensionata su 600.000 presenze.

Noi promotori investiremo 24 milioni, la parte pubblica 20 milioni. Sono cifre importanti.

Anche se non sembra il momento più adatto per questo tipo di investimenti, bisogna fare uno sforzo e guardare al futuro con ottimismo pensando a come creare nuove opportunità di lavoro. Crediamo che sia una grande occasione di sviluppo per la città.

Un acquario è un’azienda complessa che occuperà direttamente più di cento persone, impiegate certamente in attività turistiche, ma anche didattiche, di ricerca ed in ambulatori per la cura delle specie marine.

Va considerato inoltre il numero delle persone impiegate per la costruzione, la manutenzione e quelle dell’indotto.

Il nostro obiettivo è aprire la struttura al pubblico nel 2024; sembra un tempo molto lontano ma oltre alla realizzazione, sono tante le cose da fare.

Basti pensare, ad esempio, all’impatto che 600.000 visitatori all’anno comportano sulla mobilità e sui servizi di accoglienza che devono pertanto essere adeguati.

È l’inizio di un percorso. L’auspicio è ripetere quanto accaduto con la piattaforma logistica per il quartiere di Servola, vorrei che l’acquario per questa zona fosse il primo pezzo di un puzzle più ampio: un progetto per la riqualificazione urbana, per il lavoro, per la città stessa.

Carlo Napoleoni: «Come Gruppo investiamo in progetti con importanti ricadute sul territorio»

23 Dicembre 2020 | Di |

Il Parco del Mare di Trieste è un progetto altamente innovativo e vuole restituire alla comunità cittadina una vasta area interamente riqualificata e pronta ad un ulteriore sviluppo. Il Gruppo Iccrea, che da sempre accompagna e promuove le idee e i progetti che possono anche dare un ritorno alle comunità territoriali, vede nel Parco del Mare proprio importanti opportunità di innovazione e sviluppo. Grazie alla realizzazione dell’acquario, si potrà riqualificare un’intera area cittadina e contemporaneamente rispondere al bisogno impellente di sensibilizzazione verso le tematiche ambientali e di conservazione degli ambienti marini.

L’acquario sarà quindi un catalizzatore di flussi turistici, di iniziative a carattere educativo e sociale e di incentivazione per iniziative imprenditoriali nel settore del turismo, del commercio e della ristorazione. Iccrea BancaImpresa, la banca corporate del Gruppo Iccrea, ha presentato questo progetto in qualità di soggetto promotore, contribuendo – da subito – come finanziatore all’attivazione di un partenariato pubblico-privato. In questo senso va anche la nostra collaborazione con Icop e Costa Edutainment, affinché la realizzazione dell’acquario possa diventare una realtà».

Giuseppe Costa: «Costa Edutainment investe su Trieste e sulle sue grandi potenzialità»

23 Dicembre 2020 | Di |

Costa Edutainment ha sviluppato negli anni un know-how unico nel panorama italiano nella gestione di siti e grandi strutture pubbliche e private dedicate ad attività ricreative, culturali, didattiche e di ricerca scientifica, con particolare riferimento a grandi Acquari come quello di Genova.

Uno dei principi guida dell’azienda è da sempre operare in rete e sinergia con enti, istituzioni e realtà scientifiche, culturali e turistiche del territorio per ampliare la forte attrattività che una struttura come un grande acquario ha e, in un’ottica più ampia di responsabilità sociale di impresa, far sì che l’intero territorio venga valorizzato e benefici di un indotto condiviso, a partire dalla creazione di occupazione.

Costa Edutainment ritiene che Trieste sia una città, un territorio con una buona attrattività non solo presso un pubblico italiano ma anche nei confronti di visitatori e turisti stranieri sia per la vicinanza e la raggiungibilità sia per la ricchezza dell’offerta. Il progetto dell’Acquario, che prevede di arrivare ad accogliere 600.000 visitatori all’anno, ha l’obiettivo di fare da catalizzatore per questi nuovi flussi turistici che sul territorio troveranno un’offerta molto più ampia. Parte del lavoro di preparazione da parte della città e delle imprese coinvolte nel progetto è l’organizzazione logistica e di accoglienza dei turisti in arrivo attraverso un piano di viabilità che prevede la disponibilità di parcheggi in parte di fronte all’Acquario (basti pensare che a Genova con una media annuale di 1,1 milioni di visitatori il parcheggio di pertinenza è di 160 posti) e in parte diffusi in città sufficienti a garantire una corretta gestione degli arrivi. Aspetto che, sulla scia dell’esperienza di Genova che ha notoriamente una viabilità più complessa e articolata, si presenta di facile realizzazione a Trieste.

Una struttura come l’Acquario non può prescindere dalla missione di tutela del capitale naturale, attraverso progetti di ricerca, conservazione e sostenibilità, ma anche dalla missione educativa nei confronti dei propri visitatori, dalle scuole alle famiglie. L’esperienza di visita edutainment coinvolgente, divertente e capace di parlare a ogni tipo di target, è lo strumento principale per perseguire questa missione e stimolare il pubblico a cambiare i propri comportamenti per contribuire attivamente alla conservazione del patrimonio naturale.

parco del mare trieste

Parco del mare di Trieste, finalmente si parte

23 Dicembre 2020 | Di |

I PROPONENTI ICOP SPA, ICCREA BANCAIMPRESA, COSTA EDUTAINMENT HANNO PRESENTATO ALLA CAMERA DI COMMERCIO IL PROGETTO E IL CO-FINANZIAMENTO PRIVATO PER REALIZZARE IL GRANDE ATTRATTORE COLLEGATO AL MARE CHE TRIESTE ATTENDE DA 15 ANNI. CON IL FINANZIAMENTO DI 8 MILIONI DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA INSERITO NELLA LEGGE DI STABILITÀ, È DEFINITO IL PIANO FINANZIARIO

Potremmo dire che si è trattato di una tipica storia italiana, ma scopriremo che non è stato proprio così. Dopo 15 anni abbiamo inteso far parlare i fatti, ovvero gli investitori che hanno presentato un progetto e una proposta concreta di partenariato pubblico-privato per la realizzazione del Parco del Mare di Trieste. Finalmente Trieste avrà il suo grande attrattore collegato al mare, grazie a una condivisione unica di intenti tra il privato e il pubblico, in un momento storico in cui si intende dare speranza e tracciare il futuro socio-economico di questi territori.

Una visione per la costruzione del futuro hanno ricevuto la piena condivisione della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, affiancate alle tre imprese promotrici del progetto, ovvero Icop Spa, Costa Edutainment Spa e Iccrea BancaImpresa.

A concludere definitivamente l’architettura finanziaria mista pubblico-privato il contributo di 8 milioni di euro confermato e inserito a bilancio dalla Regione Friuli Venezia Giulia la scorsa settimana e che andrà ad affiancare la quota di finanziamento della Camera di Commercio Venezia Giulia. Una atto importante per il quale ringrazio la Giunta, il presidente Fedriga e gli assessori Zilli, Roberti, e Bini che hanno con i propri uffici hanno analizzato il progetto in tempi molto stretti. Ora ci aspettano mesi in cui vi sarà una intensa collaborazione con il Comune di Trieste, che con il sindaco Dipiazza ha sostenuto il Parco del Mare anche in chiave di definitiva riqualificazione urbanistica di un’area abbandonata a poche centina di metri da piazza dell’Unità d’Italia e che costituisce un pessimo biglietto da visita per le centinaia di migliaia di crocieristi che attraccano alla Stazione Marittima.

Sì, certo, ancora oggi ci sono quelli che invocano una mancata sostenibilità economica o altre criticità, per cercare di appannare la bontà di un grande progetto di sviluppo per questa città. Ma anche questa volta la risposta la danno gli investitori che, evidentemente, prima di mettere in campo 24 milioni di euro, avranno ragionevolmente pensato bene il progetto e avranno ponderato con altrettanta attenzione l’investimento. Investimento a cui, peraltro, partecipa un istituto finanziario quotato in Borsa. Insomma, è stato fatto l’ennesimo studio di fattibilità finanziaria, un atto sempre richiesto al progetto del Parco del Mare e, consentitemi, che se la stessa attenzione fosse stata prestata anche rispetto ad altre iniziative, magari avremmo qualche costo in meno per la collettività.

Per arrivare a questo punto i problemi che di volta in volta sono emersi hanno creato un percorso ad ostacoli complesso. Tra tutti, proprio nel finale, l’esistenza di un vincolo urbanistico sull’area della Lanterna in vigore dal 1961, ma non rispettato dai soggetti che hanno edificato e ampliato edifici esistenti da quella data ad oggi. Ora possiamo affermare che proprio grazie al nostro progetto tutta questa problematica è stata riconsiderata dalla Soprintendente per i Beni artistici e architettonici del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi, con una revisione delle regole che rispettando il faro della Lanterna, sana in maniera definitiva tutto ciò che esiste in quell’area. Un’area che nella zona denominata Porto Lido è in uno stato di grande degrado e chiusa da cancelli e reti che in futuro verranno abbattuti per dare vita a un prolungamento delle Rive triestine e ampi spazi pubblici aperti alla cittadinanza.

Trieste si riappropria di un ulteriore molo e una magnifica passeggiata sul mare, lungo una struttura che con il suo grande acquario diventerà attrattore turistico e di investimenti per il capoluogo giuliano e per l’intero Friuli Venezia Giulia.

di Antonio Paoletti
Presidente della Cciaa Vg