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FISH VERY GOOD:  PRESENTATA LA TAPPA TRIESTINA CON PROTAGONISTA LA PESCA E L’ACQUACOLUTA REGIONALE

20 Luglio 2023 | Di |

INCONTRI DI APPROFONDIMENTO, ESCURSIONI IN PESCATURISMO, SHOW COOKING E DEGUSTAZIONI FINO A DOMENICA IN PIAZZA DEL PONTEROSSO

Presentato questa mattina in Camera di commercio Venezia Giulia, Fish Very Good, il progetto del Flag GAC FVG che mira a promuovere il prodotto ittico locale e a valorizzare i luoghi e le attività di pesca e acquacoltura in Friuli Venezia Giulia. Fish Very Good è realizzato nell’ambito del Piano d’azione del Flag, in attuazione dalla Strategia di sviluppo locale, finanziato attraverso il Fondo per le attività marittime e della pesca Feamp da UE, Ministero Italiano e regione FVG.

<Ritorniamo – commenta Antonio Paoletti, presidente del Gac Fvg – in piazza del Ponterosso dopo positiva edizione dell’anno scorso e dopo aver fatto tappa a Duino Aurisina e due volte a Marano Lagunare, con anche un ciclo di attività nelle Riserve naturali costiere e lagunari riscuotendo, devo dire, sempre un certo successo>.

L’edizione triestina 2023 è iniziata oggi con la presentazione della manifestazione e un convegno importante sulle aspettative del mondo della pesca con la nuova programmazione Feampa, a cui seguirà una prima interessante escursione di visita combinata tra cultura, attività di pesca e valorizzazione dell’ambiente, che caratterizza un po’ tutta l’azione di Fish Very Good, con un tour dai Tonni di Santa Croce alle Cozze di Grignano, grazie alla collaborazione con il Museo della pesca, e i maricoltori.

A partire da stasera, inizieranno le attività in piazza del Ponterosso, in cui saranno protagonisti gli showcooking di Fish Very Good, ben 14 calendarizzati nell’intero fine settimana. <Intendiamo far conoscere e raccontare una serie di specie ittiche del nostro territorio, messe al centro dell’attività per ragioni diverse. 

<Indubbiamente il settore della pesca negli anni ha affrontato crescenti problematiche, non solo lavorative, ma anche collegate a tutto ciò che sta modificando l’ambiente che ci circonda. Il cambiamento climatico ha travolto la pesca in tutte le latitudini e longitudini del mondo, con particolare  durezza nel nostro mediterraneo. Il pescato locale, è sempre più una rarità e sui banchi delle pescherie troviamo il prodotto proveniente da varie parti del mondo. Ma questa crisi non è solo dovuta al cambiamento climatico. Per risalire la china – ha concluso Paoletti – è necessario investire nelle persone con una importante azione di formazione e contratti e stipendi adeguati, con investimenti importanti per creare nelle valli nuovi specchi per l’acquacoltura sostenibile, mettendo l’innovazione tecnologica al servizio di una pesca di qualità>.

A  partire da  domani mattina alle 11.30, in piazza del Ponterosso, apriranno le casette dei pescatori, che offriranno in autonomia o in collaborazione con altri attori della filiera diversi prodotti ittici in piatti d’assaggio: il Salmone della Val Rosandra con l’azienda agricola Zobec, la trota di San Daniele di FriulTrota e il branzino della valle da pesca Valle del Lovo, sotto la i sott’olio di sarde e sardoni di una nuova realtà quale Cape Trieste, il pesce azzurro del Golfo di Trieste con seppie, moli, il branzino di valle con la Cooperativa pescatori di Monfalcone, i molluschi con Fasolari e Peverasse del ittiturismo Burìa.

<Per la pesca la nuova programmazione  europea darà delle garanzie rispetto alle formule finanziarie del Feampa – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura e pesca, Stefano Zannier -manca ancora una prospettiva chiara in tema di regolamenti europei. Si parla di restrizioni su determinate forme di pesca, di contrazione delle giornate di lavoro senza tenere in considerazione la differenza che c’è tra una mare  come l’Adriatico e il mare del Nord o altre situazioni. Non vediamo una linea chiara per valorizzare attività che da noi sono tradizionali e avviate. Iniziative  come Fish Very Good servono a stimolare la conoscenza del prodotto locale e così facendo garantendo ai nostri pescatori un reddito>.

Per il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, <Trieste con la riserva di Miramare è una eccellenza e se l’Italia ne avesse previste molte di più lungo la costa saremmo i primi al mondo anche in questo.  Il tema della pesca a strascico va sicuramente affrontato, ma ma eventi come questi che valorizzano la pesca tradizionale con il pescato del nostro mare sono appuntamenti davvero unici>.

CONVEGNO INAUGURALE DEDICATO AL NUOVO PROGRAMMA EUROPEO FEAMPA E ALLE ESIGENZE DEGLI OPERATORI DELLA PESCA

Nel convegno inaugurale si è parlato del nuovo programma Feampa a sostegno del settore della pesca e acquacoltura in Friuli Venezia Giulia con un focus sulle strategie di sviluppo, gruppi di azione locale e necessità del comparto in cui sono intervenute le maggiori realtà del settore della regione e i cui contenuti degli interventi, in sintesi, sono riportati di seguito. Il nuovo fondo Feampa 2021-2027 si propone come strumento principale di investimento per gli operatori della pesca e dell’ acquacoltura italiani, permettendo al settore di raggiungere gli obiettivi Europei di transizione ecologica/ green transition, innovazione tecnologica e resilienza. Il Feampa dispone di una dotazione finanziaria di quasi 1 miliardo di Euro in quota pubblica e fa parte della famiglia dei fondi strutturali e di investimento dell’ Unione Europea.

Consorzio Gestione Molluschi del Compartimento di Monfalcone (COGEMO)

Il COGEMO gestisce la pesca delle vongole e dei fasolari; negli ultimi anni le vongole sembrano scomparse dal mare regionale e il consorzio ha affrontato la situazione con due azioni: condividere fra tutti i soci la l’attività di pesca dei fasolari, autoriducendosi il reddito, e attuare una serie di attività di restocking delle vongole, immettendo nuove popolazioni provenienti dal Veneto nelle nostre aree, grazie a finanziamenti pubblici ed ad una collaborazione con l’Amministrazione regionale, l’ERSA e vari istituti di ricerca.

L’intenzione del consorzio è continuare con le attività di restocking, cercando di superare, però, due difficoltà tecniche che hanno caratterizzato quanto fatto finora:

  • le tempistiche/esigenze amministrative non sempre collimano con le esigenze/tempistiche biologiche e questo porta a fare delle azioni, come il monitoraggio, nei momenti non migliori o in modalità troppo discontinua;  per questo è importante prevedere delle campagne di restocking e di monitoraggio di lungo periodo, anche un intero anno, così da effetuare semine e campionamenti  nel momento più opportuno.
  • fino ad oggi il restocking e lo sviluppo della risorsa sta avvenendo all’interno della zona di mare compresa fra la costa e le 0,3 miglia marine, zone dove è interdetta la pesca con le draghe idrauliche. Al momento il consorzio ha il permesso dal ministero per farvi una pesca sperimentale fino al 31/12/2023, così da verificare se le vongole attecchiscono, ma sta aspettando dalla primavera scorsa i permessi europei che le imbarcazioni devono avere per poter pescare.

Però, vista la particolarità geografica della nostra regione e dei suoi fondali, è fondamentale, per continuare il mestiere, ottenere una deroga permanente per una pesca regolamentata e controllata all’interno della zona delle 0,3 miglia, perché attualmente unica zona produttiva.

Consorzio Giuliano Maricoltori (COGIUMAR)

La mitilicoltura regionale vanta una lunga tradizione. Negli ultimi 20 anni è stata colpita dal fenomeno delle biotossine algali, a cui ha risposto con un programma di controlli sanitari molto stretto, in collaborazione con l’Amministrazione regionale, istituendo il Centro Tecnico Informativo, unico esempio in Italia di collaborazione di questo tipo, esteso in seguito a tutti i molluschi bivalvi regionali, allevati o pescati.  E’ fondamentale continuare a mantenere questo sistema di monitoraggio a tutela della salute pubblica.

Il consorzio ritiene importante mantenere ed incrementare l’attività di maricoltura, a partire dalla Bivalvicoltura, perché attività a bassa impronta ecologica, perché protagonista nel togliere CO2 dall’ambiente stoccandola nella conchiglia, perché essendo un filtratore costantemente monitorato funge anche da presidio ambientale, per cui è un’attività che, oltre a produrre proteine a basso impatto ambientale, offre anche servizi ecosistemici.

Ritiene sia anche possibile pensare, in regione, ad una maricoltura integrata, dove oltre alle cozze e pesci i si possa pensare a produrre alghe  in un sistema ecologicamente sostenibile. In questo modo il mestiere potrebbe tornare ad esercitare attrattiva verso i giovani.”

Consorzio Piccola Pesca dei Compartimenti marittimi di Monfalcone e Trieste (COGEPA)

I pescatori che attuano la piccola pesca costiera artigianale lavorano sia in mare che in laguna, per la quale è necessario trovare nuovi prodotti che le diano un valore economico dalla laguna: dopo le vongole, non più allevabile, bisogna trovare qualche altra produzione su cui investire in laguna, sia come prodotti (ad esempio le ostriche) che nuove tecniche (ad esempio allevamento di alghe). Questo anche perché è un territorio facilmente fruibile, senza dover andare in mare aperto; pertanto l’impresa che vi opera ha bisogno di meno investimenti per iniziare l’attività, sia in fatto di imbarcazioni che di conseguenti spese di gestione e può attirare più facilmente nuovi pescatori.

Il consorzio ha fortemente voluto un grande progetto di immersione di strutture di aggregazione ittica. In regione ci sono varie altre zone di questo tipo, seppur più piccole. Propone di realizzarne ulteriori e di mettere in rete tutte quelle presenti, organizzando una gestione complessiva per sviluppare: 

  • monitoraggio continuo ed attività scientifiche, 
  • attività connesse come il pescaturismo, il turismo subacqueo e la pesca sportiva, etc., coinvolgendo le attività economiche che potrebbero essere interessate al loro sviluppo in questi settori (ristoranti, albergatori, turismo, pesca, attività sportive)

Il settore è fortemente preoccupato per la recente presenza del granchio blu: quella che potrebbe essere una nuova risorsa in questo momento sta diventano un grosso problema. Nel Veneto ed in Emilia Romagna è già diventato calamità, qua si sta rapidamente evolvendo, danneggiando direttamente le reti direttamente e depauperando la biodiversità per la sua voracità, aggressività e prolificità. Nell’immediato c’è da dare sostegno alle imprese per i danni che subiscono, ma nel medio periodo sarebbe interessante capire come commercializzarlo, trasformarlo e quali tecniche usare per pescarlo in modo efficace. La diversificazione dei mestieri nella piccola pesca è garanzia di mantenimento/aumento dell’occupazione nel settore.

Organizzazione Produttori Cooperativa Pescatori di Grado

Nonostante i grossi investimenti che l’OP ha fatto negli ultimi 10 anni per la diversificazione (ristorante, pescheria, appartamenti per turismo) le nuove prospettive legislative di riduzione della pesca a strascico fa temere per la sua stabilità: seppure siano poche in regione, le barche che praticano lo strascico sono fondamentali per approvvigionare i nostri mercati locali di pesce. Se non lo faranno loro, saremo comunque invasi da pesce d’importazione e questa snaturerà la nostra offerta enogastronomica, soprattutto verso il turismo. Dobbiamo tener conto delle caratteristiche geografiche della nostra regione, che ha poco mare a disposizione per tutte le attività che vi vengono svolte (pensiamo alla cantieristica e alla crocieristica e al trasporto marittimo) e la pesca a strascico rischia di diventare residuale, se, ad esempio, deve restare fuori alle 6 miglia nautiche. Questa situazione ostacola fortemente l’ingresso di nuovi lavoratori e difatti gli armatori fanno difficoltà a trovare equipaggi.

La minor quantità di pescato mette in difficoltà le strutture aggregative, come le OP, che durante il covid, ad esempio, non hanno ricevuto fondi a sostegno delle loro aumentate spese o mancati guadagni, riservati alle imprese. Se si vuole che il settore non si disperda in ognuno per sé, è necessario sostenere le strutture con investimenti agevolati.

Organizzazione Produttori Cooperativa pescatori San Vito

La Cooperativa Pescatori San Vito è l’ultima nata fra le OP regionali. Fra i suoi obiettivi c’è il far fronte alla diminuzione delle imbarcazioni, dovuta a vari fattori: età, minor redditività del mestiere, restrizioni normative, tramite la valorizzazione del prodotto dei soci, trovando strade commerciali alternative al commercio all’ingrosso.

Fra i prodotti su cui sta puntando c’è il “cuore di laguna”, che ha avuto un bel riscontro alla fiera TuttoFood a Milano, dove è stato presentato ai ristoratori e agli “opinion makers” del settore.  Per farlo, però, è necessario dobbiamo trovare delle modalità economiche di raccolta meccanizzata del prodotto in laguna, anche al di fuori delle concessioni, e per questo è necessario mettere in piedi un progetto di valutazione di prototipi, assieme all’Amministrazione regionale.

L’OP valuta positivamente l’esperienza di partecipazione congiunta delle 4 OP regionali del settore ittico alla fiera TuttoFood a maggio. Ritiene che una possibilità per affrontare il calo del pescato e le caratteristiche del nostro pescato, costituito da molte varietà ma poca quantità per specie, potrebbe essere quello di valorizzarlo come “prodotto ittico FVG” o come “paniere ittico FVG”.

Un’altra considerazione è, sulla base di quell’esperienza, si potrebbe provare a attuare delle azioni comuni di promozione e/o gestione comune delle spese e/o delle iniziative, un passo alla volta per capire se si riesce a lavorare come “sistema ittico FVG”.

Ad esempio, l’esperienza di TuttoFood ha evidenziato come, per entrare nel mondo della ristorazione di un certo livello, che potrebbe valorizzare il nostro prodotto come prezzo, sia necessario pensare alla surgelazione e porzionamento. Questo è un investimento che forse non ha senso fare da soli, ma come sistema ittico FVG, ad esempio assieme alle altre OP.

Associazione Piscicoltori Italiani (API)

L’Associazione Piscicoltori Italiani, che rappresenta in regione gli allevamenti di trote e le valli da pesca, affronta il tema dell’importanza della gestione comune ed integrata della risorsa acqua, dalla sorgente al mare, che sia acqua dolce, di laguna o in mare. In questo senso è importante il lavoro del tavolo interdirezionale costituito allo scopo, dove aggregare tuti gli stakehoders che si occupano del ciclo dell’acqua. 

Anche in seguito ai buoni risultati dell’esperienza di partecipazione congiunta delle OP regionali alla fiera TuttoFood di Milano, ritiene importante operare per la valorizzazione/promozione del prodotto ittico regionale in toto, grazie alla possibilità/opportunità di costruire un paniere molto variegato e completo di prodotti ittici.

Oltre che come prodotto fresco o confezionato, è importante valorizzare i nostri prodotti ittici anche attraverso delle piccole trasformazioni, magari regolamentate alla stregua delle Piccole Produzioni Locali già normate in agricoltura.

Cooperativa fra pescatori di Monfalcone

La cooperativa individua due progetti sperimentali che ritiene interessanti per l’attività di pesca ed acquacoltura sul territorio:

  • un progetto che utilizzi l’intelligenza artificiale, con la sua capacità di elaborazione dati, per aiutare i pescatori a decidere, a secondo del prezzo di mercato, delle stagionalità, dell’andamento delle correnti, della presenza di zone interdette alla pesca e di altri dati, se, quando e dove esercitare l’attività di pesca
  • un monitoraggio continuo, nella stagione adeguata, della presenza di uova di cozze in mare, così da immergere i captatori per la cattura del seme nel periodo migliore per tale attività, senza affidarsi solamente alla tradizione