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Frantoio strategico per la qualità dell’Olio Evo

13 Marzo 2019 | Di |

La varietà, la zona di coltivazione, le tecniche agronomiche e le modalità di raccolta delle olive sono fondamentali per la qualità di un olio extravergine d’oliva. Nel suo processo di produzione conta molto anche il ruolo del frantoio e del frantoiano. Dalle stesse olive si possono infatti ottenere oli molto diversi. La tipologia di lavorazione incide, infatti, in modo determinante sulle caratteristiche dell’extravergine, che – a parità di qualità – può risultare più o meno fruttato, più o meno piccante, più dolce o più amaro. Passaggi chiave sono la frangitura delle olive (il procedimento che trasforma le olive in una pasta omogenea), la gramolazione e la modalità di estrazione dell’olio. Il frantoiano deve possedere quindi molteplici competenze.

Questi i temi che saranno toccati durante il convegno “Il ruolo del frantoio nella qualità dell’olio” in programma sabato 16 marzo alle ore 14 che gode del patrocinio dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio. Un evento tecnico rivolto a frantoiani, olivicoltori e consumatori per fare il punto sulle tecniche di lavorazione delle olive adottate nei frantoi e su come esse finiscano per incidere sulla qualità finale dell’oro verde. Tre gli interventi in scaletta. L’agronomo Paolo Parmegiani parlerà della “Realtà dei frantoi nell’Alto Adriatico fra Italia, Slovenia e Croazia”, Lanfranco Conte, già professore di Chimica degli Alimenti all’Università di Udine, si soffermerà sui “Parametri di qualità regolamentati e non negli oli vergini di oliva”, mentre Maurizio Servili, professore ordinario di Scienze e Tecnologia Alimentari all’Università di Perugia, affronterà il tema “Innovazione di processo e qualità del prodotto”. Argomenti che successivamente saranno dibattuti con i partecipanti al convegno.